"Lavoratori sostituiti dall'intelligenza artificiale": sciopero alla Maersk di Genova. Sindacati: "208 milioni di utile ma tagliano il personale"
2025-01-23
Autore: Chiara
Genova, 23 gen. - I lavoratori della Maersk di Genova sono scesi in sciopero oggi per protestare contro i recenti piani aziendali che prevedono la sostituzione del personale con l'intelligenza artificiale, nonostante l'azienda abbia registrato un utile di 208 milioni di euro nell'ultimo anno. I sindacati denunciano la decisione di ridurre il personale come "inaccettabile", sottolineando la crescente preoccupazione per la propria sicurezza lavorativa in un contesto economico già difficile.
Durante la manifestazione, i rappresentanti sindacali hanno affermato: "È inammissibile che mentre l'azienda riscontra profitti così elevati, si pensi di eliminare posti di lavoro invece di valorizzare le competenze dei lavoratori. La tecnologia dovrebbe essere un alleato, non una minaccia per i posti di lavoro". Al centro delle polemiche vi è l'introduzione di nuove tecnologie di automazione, che promettono efficienza e risparmi sui costi, ma che secondo i sindacati hanno come conseguenza diretta l'aumento della precarietà.
Commentando l'accaduto, un portavoce della Maersk ha dichiarato: "Stiamo semplicemente cercando di adattarci ai cambiamenti del mercato e alle nuove tecnologie. La nostra intenzione è di migliorare la nostra competitività, ma lavoreremo per garantire che tutte le parti siano sentite nel processo". Tuttavia, i lavoratori e i sindacati faticano a fidarsi delle promesse aziendali, temendo che la transizione tecnologica possa portare a un ridimensionamento ancora più ampio del personale.
Questa situazione non è isolata, ma rappresenta un trend crescente in molte industrie dove l'adozione dell'automazione sta influenzando il mercato del lavoro. In un contesto in cui l'intelligenza artificiale sta diventando sempre più integrata nelle operazioni quotidiane delle aziende, il dibattito su come bilanciare tecnologia e posti di lavoro è più attuale che mai. La protesta continua, con i lavoratori che esprimono la loro determinazione a difendere non solo i loro posti di lavoro, ma anche un modello di sviluppo economico che non dimentichi il valore delle persone.