
Svelato il Segreto per una Pensione da Sogno
2025-03-25
Autore: Chiara
Il sogno di una pensione che eguagli l'attuale stipendio non è più un miraggio per i lavoratori. Specialmente per i giovani, il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) si presenta come un prezioso alleato. Tuttavia, chi ha già qualche anno in più dovrà affiancare al TFR dei versamenti integrativi, a seconda dell’età e del profilo di rischio scelto.
Secondo un'analisi dettagliata di Corriere.it, le simulazioni vengono effettuate su tre categorie di lavoratori: 30enni, 40enni e 50enni, con stipendi netti mensili che oscillano tra 1.800 e 2.200 euro (tenendo conto degli aumenti pari all'inflazione).
Le stime per l'età pensionabile, in base alla normativa sulla pensione anticipata contributiva riservata a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, variano dai 65 anni e 3 mesi per i 50enni, ai 67 anni e 2 mesi per i 30enni. Senza una previdenza integrativa, il tasso di sostituzione, che rappresenta il rapporto tra pensione e ultimo reddito, si attesta attorno al 70-72%. Tuttavia, conferendo il TFR a un fondo pensione, si possono ottenere risultati nettamente migliori: si può salire fino al 77% per un 50enne a basso rischio e superare il 100% per un 30enne che opta per un profilo ad alto rischio.
Per chi desidera colmare il gap tra pensione base e stipendio pieno, è necessario effettuare versamenti aggiuntivi. Le stime variano da 119 euro al mese per un 40enne ad alto rischio, fino a 843 euro per un 50enne a basso rischio. Questi importi, essendo deducibili fiscalmente, possono ridursi fino al 40% in base all’aliquota Irpef personale.
Ma cosa succede se il proprio stipendio cresce più dell'inflazione? In questo caso, pur aumentando in valore assoluto, la pensione futura coprirà una percentuale più bassa del reddito finale, con un tasso di sostituzione che scenderebbe tra il 55% ed il 61%. Anche in questo contesto, il TFR gioca un ruolo cruciale: può arrivare a garantire il 66% per un 50enne a basso rischio e addirittura l'82% per un 30enne ad alto rischio, ma sarà anche necessario aumentare i versamenti per colmare il divario.
Uno degli aspetti più importanti da considerare è il fatto che iniziare presto a destinare il TFR a una pensione integrativa permette di ottenere risultati migliori. Per i giovani di 30 anni, il solo TFR potrebbe bastare per garantirsi una pensione pari allo stipendio attuale, mentre chi è più vicino alla pensione avrà bisogno di incrementare i contributi.
Allarmante però che dal 2007 al 2023 solo il 22% del TFR generato dalle aziende sia stato dedicato alla previdenza integrativa. Ben il resto è rimasto fermo nelle imprese (soprattutto quelle con meno di 50 dipendenti) o nel Fondo di Tesoreria dell’Inps. Questa rappresenta un'occasione sprecata, poiché investire il TFR può fare una grande differenza nel costruire una pensione più serena e sostenibile. Non lasciate che il vostro futuro finanziario rimanga in attesa: agite ora per un domani migliore!