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Serena Mollicone: La Cassazione annulla l'assoluzione dei Mottola, un'ulteriore speranza per la giustizia

2025-03-11

Autore: Giovanni

Dopo ben 24 anni, si riaccende la speranza per chi cerca giustizia nel caso di Serena Mollicone, la giovane trovata senza vita in un bosco di Arce. La Corte di Cassazione ha deciso di annullare l'assoluzione degli ex imputati, tra cui Franco Mottola, comandante dei Carabinieri al momento della scomparsa, sua moglie Anna Maria e il figlio Marco, accusati dell'omicidio della ragazza il 1 giugno 2001. I giudici di Roma hanno accolto l'istanza della Procura generale, che ha messo in discussione la decisione del secondo grado di giudizio, risalente a luglio 2024, che aveva già liberato gli imputati dalle accuse.

La sorella di Serena, Consuelo, ha espresso emozione e speranza: "Il mio pensiero va a mia sorella che non rivedrò più. Dopo 24 anni di attesa, finalmente abbiamo motivo di credere nella giustizia". Fuori dal tribunale, un gruppetto di sostenitori ha esibito striscioni recitanti "Serena vive".

Dopo la sentenza di assoluzione bis, i Mottola hanno scelto di non rilasciare dichiarazioni e si sono allontanati rapidamente. L'accusa aveva descritto la sentenza annullata come "viziata da violazioni multiple di legge", con un accumulo di indizi non adeguatamente esaminati.

Il caso di Serena ha subito diverse svolte nel corso degli anni. Le nuove testimonianze, in particolare quelle del brigadiere Santino Tuzi, hanno portato a riaperture di indagini. Tuttavia, le sue dichiarazioni sono state considerate confuse dai giudici, con dubbi sulla loro autenticità, soprattutto dopo il suo suicidio.

Infatti, un amico di Tuzi ha testimoniato in appello di credere che il brigadiere non si fosse suicidato, insinuando che la verità potesse essere celata. Peraltro, durante il processo, è emerso che Marco Mottola potrebbe aver agito per evitare che Serena lo denunci per spaccio di droga, ma le prove in questo senso sono state qualificate come "insufficienti e contraddittorie".

Antonio Mollicone, zio di Serena, ha commentato la decisione della Cassazione: "Si apre una possibilità per noi familiari e per l'intera comunità. Non cerchiamo capri espiatori, ma la verità. Dopo 24 anni, è tempo che la giustizia faccia il suo corso". Questo nuovo sviluppo riaccende la luce su un caso che ha scosso l'Italia e che ha mantenuto viva la speranza di molte persone per quasi un quarto di secolo.