Tecnologia

Scoprite la Sconosciuta Tassa sugli Smartphone: Ecco Cosa Dovete Sapere!

2025-08-29

Autore: Francesco

Preparatevi a una sorprendente rivelazione: nei prossimi giorni, il ministero della Cultura italiano potrebbe ricalcolare e aumentare una tassa che l'industria tecnologica conosce bene. Si tratta del famoso "compenso per copia privata", un balzello che può superare i 20 euro e che viene applicato all'acquisto di qualsiasi dispositivo con memoria, dagli smartphone ai computer, dalle chiavette USB agli hard disk.

Ma cosa c'è dietro? Questa tassa è stata introdotta oltre 30 anni fa per compensare i diritti d'autore sui contenuti che potremmo memorizzare sui nostri dispositivi. Sebbene l'intento sia nobile, molti produttori di tecnologia la considerano obsoleta. Con l'esplosione delle piattaforme di streaming, meno persone scaricano brani o video sui propri dispositivi. Eppure, il ministero pare ignorare questo cambiamento.

Ma cos'è esattamente questo compenso? A differenza delle tasse, che sono applicate per servizi pubblici, la tassa per copia privata è una tariffa che viene pagata per un servizio che può essere fornito anche da privati. È in vigore in vari paesi europei e in Italia è stata introdotta nel 1992 per tutelare i diritti d'autore di film e canzoni registrati.

A pagare sono le aziende produttrici, che versano un importo variabile in base al dispositivo. Attualmente, ad esempio, si pagano 6,9 euro per uno smartphone da 128 gigabyte e 6,44 euro per un hard disk esterno da 500 gigabyte. Ma attenzione! Questi costi spesso si riflettono sui prezzi finali che i consumatori pagano senza nemmeno accorgersene.

Secondo Anitec-Assinform, lo Stato raccoglie annualmente quasi 150 milioni di euro tramite questo compenso. I fondi vengono redistribuiti dalla SIAE, che si occupa dei diritti d’autore. Ma un nuovo problema è all’orizzonte: ogni tre anni, il ministero rivede le tariffe e sembra che questa volta l'aumento sarà del 20%!

Se il decreto ministeriale verrà confermato, i produttori saranno costretti a rincarare i prezzi, specialmente su dispositivi a basso costo come chiavette USB e hard disk. Immaginate un hard disk da 500 gigabyte che costa 30 euro: addizionandovi il nuovo compenso, il costo salirà drasticamente!

Mentre l'industria culturale applaude questi aumenti come una vittoria, i produttori di tecnologia si oppongono, chiedendo una riduzione dei costi vista la diminuzione dell'uso di contenuti scaricabili. Una petizione per abolire il compenso è persino stata lanciata dal sito DDay.it.

A questo dibattito si aggiunge una novità: il compenso per copia privata verrà applicato anche ai dispositivi ricondizionati e ai servizi cloud, aumentando ulteriormente il costo totale per gli utenti che già pagano il primo acquisto.

Preparatevi a tenere d'occhio la vostra prossima spesa: questa tassa potrebbe colpirvi più di quanto pensiate!