Scoperta straordinaria: estratto ghiaccio di 1,2 milioni di anni fa dall'Antartide
2025-01-10
Autore: Sofia
Giovedì scorso, il team di ricerca europeo Beyond EPICA ha fatto un annuncio sbalorditivo: sono riusciti a estrarre ghiaccio antico dalla calotta dell’Antartide, risalente a ben 1,2 milioni di anni fa. Per ottenere questo straordinario campione, i ricercatori hanno dovuto scavare un foro profondo 2.800 metri, una profondità paragonabile all’altezza del Gran Sasso! Questo traguardo è stato raggiunto dopo cinque anni di faticoso lavoro nel cuore dell’Antartide, dove anche durante le giornate meno fredde la temperatura media oscilla intorno ai -35 °C.
Questo ghiaccio, che ha attraversato ere geologiche intere, rappresenta una miniera di dati preziosi sulle condizioni climatiche della Terra all’epoca degli Homo erectus. I ghiacciai agiscono come veri e propri archivi climatici: le nevicate accumulate nel tempo imprigionano polveri e molecole di gas che riflettono l’atmosfera di quel periodo. Pertanto, il ghiaccio antartico è un deposito unico di informazioni climatiche, e la regione centrale dell’Antartide offre la continuità temporale più estesa per questo tipo di ricerca.
Il progetto Beyond EPICA, guidato dall’italiano Carlo Barbante, direttore dell’Istituto di Scienze Polari, coinvolge scienziati di dieci nazioni diverse. Barbante ha sottolineato che ci troviamo di fronte alla più lunga documentazione continua del clima del passato mai ottenuta in forma di ghiaccio, sebbene non sia il ghiaccio più antico conosciuto. Infatti, la sua estrazione permette di avere un campione ininterrotto che si estende per 2.800 metri, sebbene diviso in cilindri di un metro ciascuno.
Il progetto, finanziato con 11 milioni di euro dalla Commissione Europea, deve il suo nome a un’importante precedente iniziativa europea, il progetto EPICA (European Project for Ice Coring in Antarctica), che ha già fornito dati sulla storia atmosferica fino a 800.000 anni fa.
Una volta analizzato nei laboratori, il ghiaccio dell’EPICA ci fornirà informazioni cruciali sulla concentrazione di gas serra nell’atmosfera 1,2 milioni di anni fa e potrà aiutarci a comprendere meglio le temperature medie del pianeta in quel periodo storico. In particolare, i campioni di ghiaccio potrebbero rivelarsi fondamentali per chiarire una transizione climatica avvenuta tra 900.000 e 1,2 milioni di anni fa, periodo in cui i cicli delle ere glaciali cambiarono da 41.000 a 100.000 anni. Questo mistero storico potrebbe collegarsi anche alle odierne variazioni climatiche, permettendo di affinare i modelli previsionali per il futuro.
Il ghiaccio di questa sezione dell’Antartide è particolarmente antico grazie all’esiguo livello di precipitazioni annuali, che si attesta attorno ai 10 centimetri di neve all’anno. Questo fattore rende possibile l’accumulo di strati millenari, dove i livelli più superficiali risultano più spessi e quelli più profondi tendono a diventare più compatti.
Julien Westhoff, coordinatore delle operazioni sul campo e ricercatore dell'Università di Copenaghen, ha dichiarato che le prime analisi indicano che uno strato a 2.480 metri di profondità risale proprio a 1,2 milioni di anni fa. È incredibile pensare che in un cilindro di ghiaccio di un metro possano essere raccolti dati climatici che coprono un arco temporale di 13.000 anni.
Nei recenti 210 metri di ghiaccio recuperato, gli strati mostrano deformazioni significative a causa della pressione e potrebbero anche includere ghiaccio di origini diverse, frutto di eventi di fusione e ricongelamento. Studiare questi strati potrebbe riservarci importanti informazioni sulla storia glaciale dell’Antartide e sull’ultimo periodo in cui questi terreni erano liberi dal ghiaccio.
Infine, i cilindri di ghiaccio saranno trasportati in Europa con la rompighiaccio Laura Bassi, il cui nome onora una delle prime donne laureate in Italia. Durante il viaggio, il ghiaccio sarà mantenuto a una temperatura estremamente bassa di -50 °C, un compito logistico complesso realizzato grazie agli sforzi del'ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Questo straordinario progetto segna un nuovo capitolo nella nostra comprensione del clima passato e ci offre uno sguardo sul futuro, alimentando le speranze di una migliore gestione delle risorse climatiche per le generazioni a venire.