
Piero Villaggio: «Mi hanno sempre visto come il figlio di Fantozzi. Il più grande giorno di papà? Quando ho vinto la mia battaglia contro la droga»
2025-03-24
Autore: Giovanni
«Mi hanno sempre considerato il figlio di Fantozzi. Abbiamo condiviso tanto» racconta Pierfrancesco, noto come Piero, in un'intervista al Corriere della Sera. Il legame profondo, a volte pesante, con il padre Paolo Villaggio, il comico e attore che ha rivoluzionato il cinema italiano, è evidente.
Piero ricorda il loro legame mentre il primo, leggendario Fantozzi torna sul grande schermo con una versione restaurata, pronta a deliziare le nuove generazioni e a riempire le sale come al cinema Barberini il 27 marzo. Nel frattempo, le Lettere di Fantozzi, pubblicate da Rogas Edizioni, tornano in libreria, riportando alla luce l'umorismo e la saggezza di Villaggio.
Utilizza sempre il nome “Paolo” quando si riferisce a suo padre e mai “papà”. Un ricordo particolarmente caro è legato alle partite di calcio: «Andavamo spesso allo stadio a vedere la Lazio, io tifoso e lui della Sampdoria. Era il nostro linguaggio». Il calcio era un modo per essere semplicemente padre e figlio, senza il peso della celebrità.
L'orgoglio di Piero nei confronti del padre è palpabile: «Riceveva rispetto ovunque andasse. Anche i grandi come Vialli e Mancini cercavano di fargli fare battute, ma non era sempre di buon umore». La vita lontano dal set mostrava un Paolo Villaggio più riservato, con pochi amici stretti come Gigi Reder e Ugo Tognazzi, ma affezionato a Vincitore Gassman.
Crescere in un mondo di celebrità significava avere anche rapporti con le famiglie di volti noti. Piero ricorda amicizie infantili con i figli di attori famosi come Gassmann. Sconosciuto in questo ambiente, ha deciso di non intraprendere la carriera di attore, una scelta che ora riflette con un sorriso.
Parlando delle celebri donne di Fantozzi, Piero racconta con rispetto le preferenze del padre, ma con una certa ironia: “Le considerava tutte ottime attrici, anche se la Mazzamauro non era quella che preferiva”. La vita familiare era punteggiata di momenti di tenerezza, come il legame tra Paolo e Fabrizio De André, con incontri che portavano a notti indimenticabili in casa.
Ma vivere all'ombra di un gigante come Villaggio non è stato sempre facile. I ricordi di Piero oscillano tra momenti di orgoglio e di frustrazione: «A volte desideravo che mio padre fosse meno disponibile con i fan, specialmente quando stavo condividendo momenti importanti. Era generoso, certo, ma a volte un po' troppo».
Ripensando all'influenza del padre nella sua vita, Piero parla delle sue esperienze con la dipendenza. Riconosce la capacità di Paolo di supportarlo durante i suoi momenti difficili e non si sente mai di giudicarlo, sapendo quanto fosse complicato il loro rapporto. La sua esperienza nella comunità di San Patrignano ha cambiato la sua vita, e Piero è grato al padre per averlo guidato verso un percorso di recupero.
Piero porta nel cuore anche i momenti più tristi, come la morte della sua fidanzata Maria Beatrice Ferri, evento che ha segnato profondamente la sua vita. «Anche in quel periodo difficile, mio padre non mi ha mai voltato le spalle».
La domanda su un possibile padre diverso lo porta a riflettere: «Sì, me lo sono chiesto. Ma credo che la mia vita sarebbe stata comunque segnata da sfide simili». Alla fine, il suo vero trionfo è rappresentato dalla superamento della dipendenza: «Il giorno più felice per mio padre è stato quando finalmente ho smesso di drogarmi».
Quando gli viene chiesto cosa ha ereditato da Paolo Villaggio, la risposta di Piero è semplice e umile, ma anche toccante: «Posso solo dire ciò che non ho preso: la sua genialità». La storia di Villaggio continua a ispirare e toccare il cuore di molti, ma la lotta di Piero per emergere dall'ombra del padre è una testimonianza di resilienza e coraggio.