Finanze

Nucleare in Francia: costi alle stelle e incognite temporali, la Corte dei conti frena sui nuovi impianti

2025-01-19

Autore: Sofia

La Corte dei conti francese ha lanciato un allerta preoccupante riguardo i rischi finanziari associati allo sviluppo di nuovi impianti nucleari di seconda generazione (fissione tradizionale), sia in Francia sia all’estero, gestiti dalla controllata statale Électricité de France (EdF). Già nel 2020, la Corte aveva raccomandato un monitoraggio approfondito su costi e tempistiche per la realizzazione di questi impianti, raccomandazioni che, purtroppo, non sono state seguite, portando a spese senza fine e a dubbi sulla redditività degli investimenti.

Particolarmente preoccupante è la situazione riguardante i nuovi progetti EPR2, promossi nel 2022 dal presidente francese Emmanuel Macron, il quale aveva annunciato la costruzione di tre coppie di reattori EPR2, con la possibilità di aggiungerne altre quattro in seguito. Tuttavia, secondo la Corte dei conti, anche alla fine del 2023, la maturità tecnica del programma EPR2 è risultata ancora insufficiente per procedere dalla fase di progettazione iniziale a quella dettagliata. Se questa fase dovesse essere completata entro luglio 2024, sarà necessario rivedere costi e scadenze integrando anche le ragioni dello slittamento.

Inoltre, la Corte sottolinea che la redditività prevista del programma EPR2 rimane sconosciuta, poiché le modalità di finanziamento non sono ancora state stabilite. Una volta decise, ci vorrà almeno un anno per l'approvazione da parte della Commissione Europea, portando a un consiglio fermo: sospendere gli investimenti finché non ci sarà chiarezza.

La Corte mette in evidenza il forte indebitamento di EdF e la necessità di rinviare la decisione finale di investimento fino a quando il finanziamento non sarà garantito. Si registra un incremento significativo del costo degli impianti EPR2: da 51,7 miliardi di euro nel 2020 a 67,4 miliardi nel 2021, raggiungendo addirittura 79,9 miliardi nel 2023, registrando un aumento del 30% a parità di condizioni economiche.

Un focus particolare è dedicato all'impianto di Flamanville, in Normandia, il cui avvio era previsto nel 2014 ma che è stato connesso alla rete solo recentemente. La Corte evidenzia una redditività effettivamente "mediocre" per Flamanville 3, inferiore al costo medio ponderato del capitale della società, con un costo totale di costruzione stimato attorno a 23,7 miliardi di euro compresi gli interessi.

Le prospettive future per il nucleare in Francia sembrano quindi incerta. Con un contesto di costi in aumento e tempistiche imprevedibili, la Francia potrebbe trovarsi di fronte a un grave dilemma energetico, proprio mentre il paese punta a una transizione ecologica che richiede stabilità e affidabilità nel settore energetico.