
La BCE e lo Scudo Anti-Spread: È il Momento di Intervenire?
2025-03-30
Autore: Sofia
I recenti sviluppi nel panorama economico europeo hanno preso una piega inaspettata e potenzialmente destabilizzante. Solo un mese fa, i rendimenti decennali italiani si mantenevano sotto il 3,50%, ma la situazione è cambiata drasticamente dopo l'annuncio da parte della Germania di un piano di riarmo e investimenti infrastrutturali per un valore di 1.000 miliardi di euro. Questa decisione, storicamente sorprendente per un paese noto per la sua prudenza finanziaria, ha causato un balzo dei rendimenti dei Bund a 10 anni, portando con sé anche un aumento dei tassi per tutti gli altri bond nell'Eurozona. Adesso, ci si chiede: la BCE attiverà lo scudo anti-spread in risposta?
La Germania aumenta la spesa militare in deficit
La Germania è uno dei pochi Paesi dell'Unione Europea in grado di permettersi di alzare la spesa militare senza avere preoccupazioni immediate sui mercati, a differenza di nazioni come Francia, Italia e Spagna, costrette a fare attenzione ai loro già elevati livelli di debito pubblico.
In un contesto paradossale, anche se gli altri Paesi decidessero di mantenere o aumentare la spesa militare con coperture fiscali adeguate, sarebbero comunque influenzati dai rialzi tedesco. La sola prospettiva di un aumento del debito tedesco ha già fatto salire i rendimenti in tutta l'Eurozona. Per l'Italia, si prevede un incremento dei costi di emissione di almeno dieci miliardi di euro all'anno.
Cos'è lo Scudo Anti-Spread?
Per contrastare questa situazione, la BCE ha introdotto nel luglio 2022 il Transmission Protection Instrument (TPI), un meccanismo pensato per evitare che il mercato speculasse contro i titoli di stato italiani in periodo di alta inflazione. Sebbene il TPI sia stato ideato per contenere gli spread attraverso acquisti di bond, presenta limitazioni significative. È vincolato al rispetto dei parametri del Patto di Stabilità e può essere attivato solo su richiesta del governo interessato. Inoltre, gli acquisti non possono interferire con la politica monetaria della BCE.
Nonostante queste restrizioni, ci sono motivi per ritenere che la BCE potrebbe considerare un intervento. Se i rendimenti sovrani iniziano a divergere senza giustificazioni evidenti, come potrebbe essere l'innalzamento della spesa militare tedesca, la BCE potrebbe decidere di attivare il TPI per salvaguardare economie come quella italiana, che si prevede ristrette sotto il 3% di deficit.
Un incremento ingiustificato dei rendimenti
Attualmente, gli spread tra i vari Paesi dell'Eurozona sembrano essersi ristretti, il che rende difficile giustificare l'attivazione di un meccanismo come il TPI. Infatti, molti analisti prevedono addirittura un possibile azzeramento degli spread in un futuro prossimo. Tuttavia, è fondamentale notare che mentre gli spread possono annullarsi, il rischio sovrano può aumentare se la tendenza ascendente dei rendimenti continua.
In un ipotetico scenario dove il Bund a 10 anni sale stabilmente al 4%, l'Italia si troverebbe in difficoltà a sostenere i costi di interesse, rischiando di mettere in pericolo l'intera economia eurozona. Inoltre, il rialzo dei tassi da parte della BCE potrebbe essere considerato necessario per gestire l'inflazione e stabilizzare il contesto economico.
Indebitamento e Politiche di Risposta
In ultima analisi, la BCE si troverà di fronte a una scelta difficile: mantenere fermo il suo impegno contro l'inflazione alzando i tassi, oppure utilizzare lo scudo anti-spread, una possibilità che sembra sempre più remota. L'intervento attraverso il Quantitative Tightening potrebbe rimanere un'opzione: il reinvestimento dei bond potrebbe riprendere, in concomitanza con un aumento della spesa militare. È chiaro, dunque, che la questione del riarmo non soltanto viene ad incidere sulle finanze della Germania, ma ha ripercussioni su tutta l'Eurozona, e la BCE dovrà agire con cautela per evitare un aggravamento della situazione economica.