
I Leader dell'Unione Europea Isolano Orbán: L'Ucraina e il Futuro della Difesa
2025-03-21
Autore: Francesco
Il secondo vertice dell’Unione Europea si è concluso ieri, giovedì 20 marzo, dopo una giornata di intensi dibattiti tra i capi di Stato e di governo. Inizialmente focalizzato su questioni economiche, l'incontro ha visto la necessità di affrontare con urgenza la situazione in Ucraina e le misure di difesa europea a causa dell'attualità internazionale.
Per la seconda volta consecutiva, il presidente del Consiglio europeo, António Costa, ha deciso di continuare senza attendere il consenso di Viktor Orbán, il controverso primo ministro ungherese, la cui vicinanza a Vladimir Putin solleva preoccupazioni tra i leader europei. Orbán, considerato da molti un cavallo di Troia del Cremlino all’interno dell’UE, è stato emarginato durante il summit, con le conclusioni sul sostegno all'Ucraina approvate da ventisei Stati membri in un documento separato.
Questa esclusione di Budapest dall'adozione di decisioni strategiche ha riaperto il dibattito sull'unità dell'Unione Europea, con alcuni analisti che considerano l'azione di Costa come un potenziale precedente. "Non possiamo rimanere bloccati per la divergenza di un Paese membro," ha affermato Costa, sottolineando la determinazione dei restanti leader di procedere.
Durante il vertice, i leader hanno rinnovato il loro “continuo e incrollabile sostegno all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina”, giungendo a una serie di impegni per fornire aiuti finanziari e militari a Kyjiv. Questi includono infine il piano per inviare due milioni di proiettili d'artiglieria, un'iniziativa accolta favorevolmente dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
In concomitanza, si sono annunciati nuovi colloqui per il 24 marzo tra diplomatici ucraini e statunitensi in Arabia Saudita, mentre l'Unione Europea sta cercando di rafforzare la propria posizione diplomatica. Tuttavia, nel summit di Bruxelles, si è manifestato un certo scetticismo riguardo all'effettiva esistenza di negoziati di pace, complicati dai recenti sviluppi tra Donald Trump e Vladimir Putin.
Sul fronte della difesa, i leader europei hanno concordato misure per il potenziamento delle capacità militari continentali, stipulando un accordo che Orbán ha accettato purché non ci fosse l'imposizione di debito comune. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha presentato il suo nuovo piano di difesa, che punta a creare un fondo specifico per finanziare la produzione di armamenti in Europa. Questa iniziativa ha ricevuto l'approvazione di Zelensky, il quale ha evidenziato l'importanza di investire nella produzione locale di armi.
Il summit ha anche messo in evidenza le difficoltà politiche interne nell'Unione, con paesi come Italia e Spagna che cercano di manovrare all'interno di vincoli finanziari severi. Rimane cruciale per l'Unione e i suoi leader decidere come affrontare il tema della spesa per la difesa, mentre le preoccupazioni interne possono ostacolare le necessarie decisioni strategiche in un contesto internazionale complesso e instabile.