
I dazi sui farmaci: un costo stratosferico di 76 miliardi, 2,5 miliardi solo per l'Italia!
2025-03-27
Autore: Giovanni
L'introduzione di dazi reciproci del 25% sui farmaci tra Stati Uniti e altri Paesi potrebbe scatenare un effetto domino devastante sull'industria farmaceutica globale, con costi che si aggirerebbero attorno ai 76,6 miliardi di dollari. Di questa somma, ben 2,5 miliardi ricadrebbero sulle spalle delle aziende farmaceutiche che operano in Italia. Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, avverte: "L'adozione di dazi rappresenta un rischio concreto per le nostre aziende e per l'intera filiera manifatturiera farmaceutica. Questo scenario avrebbe ripercussioni anche per gli Stati Uniti e i loro cittadini".
Nel 2024, l'Italia ha esportato verso gli Stati Uniti farmaci e vaccini per un valore che supera i 10 miliardi di dollari. Attualmente, la maggior parte di questi prodotti non è soggetta a dazi, ma, nel malaugurato caso in cui venisse applicato il dazio del 25%, la conseguenza sarebbe un costo extra di oltre 2,5 miliardi. Questo colpirebbe duramente il sistema produttivo italiano, come evidenziato da Cattani, che sottolinea l'importanza di un'azione decisa da parte della Commissione europea e del governo italiano per evitare questa catastrofe economica.
Ma non si tratta solo di un impatto economia locale. Secondo l'economista sanitario Fabrizio Gianfrate, gli Stati Uniti movimentano attualmente farmaci per un valore globale di 306,4 miliardi di dollari, di cui 94,4 miliardi provenienti da importazioni e 212 miliardi da esportazioni verso il resto del mondo. Se venissero confermati i dazi reciproci al 25%, ci sarebbe un pesante trasferimento economico di 76,6 miliardi dall'industria agli Stati, di cui 23,6 miliardi andrebbero nelle casse del governo statunitense e 53 miliardi a quelle degli altri Paesi.
L'Unione Europea rappresenta quasi un quarto del mercato dell'export farmaceutico statunitense, con importazioni pari a 48,2 miliardi. Di questi, circa 12 miliardi in costi ricaderebbero sulle aziende americane che commerciano con i Paesi europei, mentre circa 790 milioni colpirebbero l'Italia.
L'analisi di Gianfrate mette in guardia riguardo agli effetti negativi che i dazi potrebbero generare. Parte dei costi aggiuntivi sarebbe inevitabilmente trasferita sui prezzi dei farmaci, pesando così su pazienti e Stati. Inoltre, alcuni farmaci potrebbero diventare non più profittevoli a causa dell'aumento dei costi, portando a ritiri dal mercato e conseguenti carenze.
In un mondo sempre più interconnesso e interdipendente, la questione dei dazi sui farmaci SPERA di risvegliare l'attenzione di politici e cittadini, prima che sia troppo tardi.
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