
Giuseppe «Pepito» Rossi: «Mia madre mi ha nascosto il tumore di papà, ogni gol è dedicato a lui. Guardiola e la Juventus mi volevano, ma il calcio è un mondo falso»
2025-03-20
Autore: Maria
Giuseppe Rossi, ex attaccante di fama mondiale, ha recentemente rilasciato un’intervista toccante, aprendo il suo cuore riguardo alla sua vita personale e professionale. Come ha conosciuto sua moglie Jenna? «Ci siamo incontrati a una festa grazie a un amico. Avevo 25 anni e stavo recuperando da un infortunio al ginocchio. Mi haconvinto ad andare in spiaggia, e lì l'ho vista per la prima volta. È stata una fortuna avere quel supporto in un momento difficile», ha detto Rossi.
Oggi il calciatore ritirato ha due figlie, Liana Sophia e Bianca Isabella, e riflette su come la paternità abbia cambiato la sua vita. «Li ho avuti tardi perché non volevo mischiare la mia carriera con la paternità. Pensavo che il calcio fosse l'unica cosa che potesse darmi soddisfazione, ma essere padre è una gioia indescrivibile», ha spiegato Rossi, che spera di ispirare i suoi bambini a perseguire i propri sogni.
Ultimamente, Rossi è stato colpito dall'influenza, ma nonostante ciò, si prepara per una gara molto speciale che avrà luogo al Franchi di Firenze, il suo stadio del cuore, dove giocherà la sua partita di addio al calcio. Alle sue spalle, una carriera che conta 132 gol e 30 presenze con la Nazionale, ma anche più di 1000 giorni di sfortuna a causa di infortuni.
Chi parteciperà al suo addio? Rossi ha rivelato che ci saranno molte leggende del calcio, tra cui Batistuta, Toldo, Toni e Cassano, e persino grandi allenatori come Ranieri e Ferguson, quest'ultimo sempre nei suoi pensieri. Rossihas un aneddoto che lo riguarda: «Quando giocavo al Manchester United, Ferguson non era tenero, una volta mi ha rimproverato davanti a tutti. Ma dopo essermi fatto sostituire, la squadra ha segnato due gol. È un esempio di quanto il calcio possa essere imprevedibile».
Rossi ha iniziato la sua avventura calcistica al Manchester United a soli 17 anni, quando un emissario del club lo ha riconosciuto e gli ha chiesto di firmare un contratto. Questo momento forte e emozionante è segnato da un legame speciale con suo padre. «Mio padre si ammalò di tumore nel 2009. Ricordo il giorno in cui mia madre mi ha rivelato tutto: crollai a terra dal dolore. Quando tornai negli Stati Uniti per vederlo, sapevo che era il mio ultimo saluto. Lui era il mio eroe, e dedicare i miei gol a lui è stata la mia forma di celebrazione», ha confessato Rossi.
Tra le sue memorie più belle ci sono le partite giocate in giardino con il padre. «Quando avevo solo 2 anni, lui organizzava conetti per farmi esercitare. Tutto ciò che sono oggi lo devo a lui». Dopo la sua morte, Rossi ha vissuto un periodo straordinario al Villarreal, segnando 35 gol in un anno, con l’obiettivo di onorare il sogno di suo padre.
Nonostante abbia attratto l’attenzione di moltissimi club, come la Juventus e il Barcellona di Guardiola, Rossi affronta la realtà del calcio, un ambiente che reputa spesso superficiale. «Il calcio è un mondo strano. Volevo realizzare il sogno di papà, ma al contempo ho dovuto affrontare scelte difficili, come rifiutare trasferimenti che avrebbero potuto cambiare la mia carriera», ha detto.
Il suo talento ha brillato anche con la Fiorentina, dove segnò tre gol alla Juventus in una sola partita. «Contro Buffon ho sempre avuto rispetto, era uno dei portieri più forti. Ogni volta che scendevo in campo, provavo emozioni uniche», ha concluso Giuseppe Rossi, il ragazzo che ha dedicato ogni gol alla persona che più amava.