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Elezioni storiche in Groenlandia: tutto quello che devi sapere sul voto nell'isola ghiacciata

2025-03-11

Autore: Matteo

In Groenlandia si svolgono elezioni parlamentari anticipate, un evento di grande rilevanza convocato dal primo ministro per rispondere all'aumento delle tensioni internazionali e ai radicali cambiamenti economici e climatici. Questa isola, situata nel cuore dell'Atlantico, è diventata un focolare di discussioni globali riguardo al commercio e alla sicurezza. In particolare, l'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ripetutamente manifestato interesse per la Groenlandia, affermando la volontà di controllarne le ricchezze minerarie, ingenerando preoccupazioni e attenzioni a livello mondiale.

Le urne chiuderanno alle 23 ora italiana, ma i risultati ufficiali non saranno disponibili immediatamente. Questo perché molte schede dovranno essere trasportate via nave, aereo ed elicottero nella capitale Nuuk, in un territorio dove non esistono strade che connettano le diverse comunità sparse su 2,16 milioni di chilometri quadrati.

La Groenlandia ha acquisito autonomia dalla Danimarca nel 1979 e decide autonomamente le sue politiche interne, pur mantenendo legami con Copenaghen in termini di difesa e affari esteri. Il referendum del 2009 ha fortemente sostenuto l'autogoverno e ha tracciato un percorso verso una potenziale indipendenza, se desiderata dalla popolazione.

Il dibattito sull'indipendenza è al centro della campagna elettorale, considerando che la Danimarca fornisce circa 580 milioni di euro all'anno all'isola. Tra i partiti principali, Siumut, di orientamento socialdemocratico, ha espresso la volontà di organizzare un referendum sull'indipendenza, mentre l'attuale governo guidato da Inuit Ataqatigiit, un partito ecologista e indipendentista, cerca di sfruttare l’onda favorevole per proseguire verso l'indipendenza.

La Groenlandia, la più grande isola del mondo, è abitata da circa 56.000 persone in larga parte Inuit. La sua posizione strategica la rende un attore chiave nel contesto della competizione geopolitica, specialmente in relazione all'accesso alle risorse minerarie che emergono a causa dello scioglimento dei ghiacci. Con giacimenti di terre rare essenziali per la tecnologia moderna, l'isola si trova a incrociare interessi di potenze come Russia e Cina, accentuando la competizione per il suo controllo.

La storia della Groenlandia come base militare risale alla Seconda guerra mondiale, quando gli Stati Uniti occupavano l'isola per evitare che cadesse in mano tedesca. Da allora, la presenza militare statunitense ha garantito una costante sorveglianza territoriale, considerando che l'isola rappresenta una delle rotte potenziali per il commercio artico, con ripercussioni significative ai fini della sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

In vista delle elezioni, l'Inatsisartut, il parlamento groenlandese, conta 31 deputati eletti per un mandato di quattro anni e l'attuale primo ministro, Mute Bourup Egede, compie 38 anni proprio il giorno delle elezioni. Egede, sostenuto da un consenso trasversale fra i gruppi parlamentari, ha anticipato il voto per coinvolgere la popolazione in un tema cruciale.

Gli elettori hanno diverse opzioni, con sei partiti in competizione, tra cui i partiti di governo Inuit Ataqatigiit e Siumut. Recenti sondaggi mostrano Inuit Ataqatigiit al primo posto, con l'offerta di un referendum sull'indipendenza che potrebbe attrarre un seguito maggiore. In aggiunta, il partito di opposizione centrista Naleraq sta guadagnando consensi grazie alla sua posizione favorevole all'indipendenza e alla sua apertura verso collaborazioni con Washington. Nonostante i buoni rapporti storici, i groenlandesi non sembrano intenzionati a diventare americani, ma piuttosto a mantenere la loro identità unica, con uno sguardo verso l'autodeterminazione.