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Conviventi: Nuovi Diritti e Tutele Grazie alla Storica Sentenza della Cassazione

2024-11-12

Autore: Giovanni

Le rivoluzioni per i diritti dei conviventi sono arrivate: la storica sentenza 148 della Cassazione definisce con chiarezza diritti, doveri e tutele!

Il tema dei diritti e delle tutele per le coppie di conviventi ha spesso acceso accesi dibattiti in Italia. Fino a poco tempo fa, infatti, il diritto italiano sembrava ignorare le esigenze delle numerose coppie che scelgono di vivere insieme al di fuori del matrimonio, facendo riferimento all’articolo 230-bis, comma terzo, del Codice Civile.

Tradizionalmente, la legge non ha mai incluso i conviventi nella definizione di “familiare”; i familiari erano considerati solo il coniuge e i parenti di secondo e terzo grado. Tuttavia, la sentenza n. 148 del 2024 della Corte Suprema ha aperto un nuovo capitolo.

Fino a questo momento, il convivente godeva di una tutela giuridica nettamente inferiore rispetto ad altri familiari, ma andiamo a vedere cosa ha realmente cambiato la sentenza.

Secondo la legge Cirinnà, un convivente è definito come «due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale». Tuttavia, la recente sentenza ha ampliato questa definizione, riconoscendo nuovi diritti fondamentali.

Nel caso specifico trattato dalla Corte, l’oggetto del ricorso riguardava il diritto di una convivente a una quota dell’azienda agricola a conduzione familiare, dopo la morte del suo partner. Inizialmente, il suo ricorso era stato respinto in base alla normativa esistente, che non riconosceva la convivente come familiare. Ma davanti alla Corte di Cassazione, il caso ha preso una piega inattesa.

La Corte ha stabilito che viviamo in una società in costante evoluzione e che le famiglie formate da coppie conviventi di fatto devono avere gli stessi diritti di quelle fondate sul matrimonio. Nonostante le differenti dinamiche, diritti cruciali come quelli lavorativi non possono subire distinzioni. In particolare, nel contesto di un'impresa familiare, il convivente deve disporre delle stesse tutele del coniuge, considerando che si tratta di un lavoro che può essere prestato con affetto e senza retribuzione.

Questa sentenza rappresenta un passo avanti significativo per il riconoscimento delle famiglie di fatto in Italia. Con simili innovazioni legislative, ci si aspetta che vengano aumentati i diritti e le tutele non solo per i conviventi, ma anche per i figli di queste unioni, ai quali dovrebbero spettare gli stessi diritti dei figli nati da matrimoni tradizionali. Resta da vedere come questa decisione sarà implementata nella pratica e quale impatto avrà sulle future legislazioni riguardanti le coppie conviventi.