
Cinque anni fa: le città fantasma catturate dai droni durante il lockdown da Covid-19
2025-03-28
Autore: Luca
Cinque anni fa, il 22 marzo 2020, l'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac) ha dato il via libera all'uso dei droni per monitorare gli spostamenti dei cittadini durante il primo lockdown causa pandemia. Questa misura eccezionale ha permesso l'operatività di droni con un peso al decollo inferiore ai 25 chili, anche in aree urbane fino a 15 metri di altitudine, deroga alle normative europee e italiane che normalmente richiedono autorizzazioni specifiche per operazioni in ambienti sensibili come le città. La metropolitana di Milano, ad esempio, è stata classificata come 'Restricted Area'.
Durante quel periodo unico, i droni sono stati principalmente utilizzati dalla polizia locale, contribuendo così a mantenere l'ordine e monitorare il rispetto delle misure restrittive. Questo ha permesso di documentare un'immagine straordinaria delle città: strade deserte, piazze vuote e un silenzio inusuale che ha colpito profondamente i cittadini. Milano, ma non solo, si è trasformata in una città fantasma, mostrando un volto completamente diverso rispetto al solito affollamento.
In effetti, l'uso dei droni ha offerto un'opportunità unica di osservare il cambiamento dell'ambiente urbano, rendendo visibile l'impatto del lockdown su alcuni dei luoghi più iconici d'Italia. Gli scatti aerei hanno catturato l'essenza di un'epoca che ha segnato la storia recente, offrendo uno spaccato della realtà che nessuno si aspettava. L'immagine delle città vuote è diventata un simbolo della resilienza umana e della natura effimera della vita urbana.