Intrattenimento

Cento anni fa nasceva Alberto Manzi, il maestro d'Italia

2024-11-03

Autore: Giulia

Cento anni fa, il 3 novembre 1924, nasceva Alberto Manzi, noto come il "maestro d'Italia", uno scrittore e un educatore straordinario che ha avuto un impatto significativo nella lotta contro l'analfabetismo in Italia. Negli anni Sessanta, attraverso la sua celebre trasmissione televisiva "Non è mai troppo tardi", ha insegnato a leggere e scrivere ad almeno un milione e mezzo di italiani.

Con parole semplici ma incisive, Manzi aprì la prima puntata di "Non è mai troppo tardi" il 15 novembre 1960: “Ebbene, voi sapete che cosa vogliamo fare insieme. Conoscere, imparare il significato di questi segni che rappresentano un qualcosa, che ci fanno sentire la voce degli altri uomini.” Durante i suoi programmi, Manzi non solo insegnava, ma metteva in comunicazione diretta il proprio pubblico, spesso composto da famiglie e bambini che lo seguivano in modo assiduo.

Il progetto era un'iniziativa del ministero della Pubblica Istruzione, ideato per combattere l'analfabetismo che nel 1951 toccava ancora il 12,9% della popolazione, soprattutto nelle regioni del sud Italia. Manzi era un simbolo del cambiamento culturale del nostro Paese, contribuendo attivamente a una società più istruita e consapevole.

Oltre alla sua carriera televisiva, Alberto Manzi era un uomo di grande umanità e impegno sociale. Era infatti conosciuto per il suo attivismo a favore degli indios dell’Amazzonia e per la sua straordinaria opera di scrittore, avendo pubblicato oltre 30 titoli tra cui racconti, romanzi e fiabe, traducibili in diverse lingue e premiati a livello internazionale.

Il suo romanzo per ragazzi più celebre, "Orzowei", pubblicato a metà degli anni '50, riscosse un successo incredibile a distanza di vent’anni quando fu adattato in uno sceneggiato televisivo dalla Rai, catturando l'immaginazione di una nuova generazione.

Non solo in Italia, l'impegno di Manzi si estese fino in Sudamerica, dove ogni estate teneva corsi di scolarizzazione per le popolazioni indigene, contribuendo attivamente alle loro comunità attraverso attività sociali e formative. Inoltre, la sua serie di programmi "Insieme" nei primi anni '90 si concentrò sull'integrazione dei nuovi cittadini che arrivavano in Italia, rendendolo un pioniere nell'affrontare la questione dell'immigrazione.

Alberto Manzi, che continuò a dedicarsi passionalmente all'insegnamento fino alla pensione, morì a Pitigliano (Grosseto) il 4 dicembre 1997, lasciando un'eredità imperitura sia nel campo dell'istruzione che in quello sociale. La sua vita rimane un esempio luminoso di come l'educazione possa trasformare vite e creare ponti tra culture. Oggi, alla luce di un mondo sempre più globalizzato, il messaggio di Manzi risuona più forte che mai: "Non è mai troppo tardi" per imparare e crescere.