Vasco Rossi e il nazifascismo: una provocazione che fa rumore
2024-11-04
Autore: Alessandra
Da quanto tempo non ascoltiamo una nuova canzone di Vasco Rossi? Forse due o tre anni? La sua carriera è stata costellata da successi straordinari e concerti che pochi altri artisti possono eguagliare in termini di eco mediatica e partecipazione. Tuttavia, ci si chiede perché Vasco non riesca più a catturare l'attenzione del pubblico con un brano nuovo. In questa apparente assenza di riflettori, il rocker di Zocca ha deciso di richiamare l'attenzione nel modo più semplice e diretto, sfruttando l'attualità e i social media.
In un post su Instagram dedicato al padre in occasione del 45° anniversario della sua morte, Vasco ha evocato memorie toccanti e tragiche, scrivendo: "Ricordo ancora il tuo mezzo sorriso, caro papà, dolce, gentile. L’altra metà te l’avevano portata via i due anni di lager Nazista a Dortmund che avevi dovuto scontare per non esserti voluto piegare alla barbarie del nazifascismo". Con queste parole, Vasco non solo rende omaggio al padre, ma lancia anche una critica a tutte le forme di intolleranza che si stanno riemergendo oggi, affermando: "Non ci crederai, ma sono tornati, travestiti da agnelli, bulli arroganti e le facce ghignanti. Con i loro deliri, i loro dileggi, la loro propaganda e la stessa ignoranza! Io resto orgoglioso di te".
Queste sue dichiarazioni hanno inevitabilmente suscitato dibattito e indignazione, generando discussioni sui social e nei media. Ma è chiaro che Vasco, nel suo stile provocatorio, ha voluto mettere in luce un tema scottante: la revival della mentalità nazifascista in alcune frange della società. La questione è: è un gesto d'amore o una strategia per ritornare al centro della scena musicale? In un’epoca in cui le polemiche generano traffico e visibilità, Vasco Rossi sa come utilizzare il suo corpo comunicativo per rimanere relevant. Con tutto il suo carisma, continua a sfidare le convenzioni e a rimanere un punto di riferimento nel panorama musicale italiano.