Intrattenimento

Un Aumento Allarmante di Refusi Nelle Pubblicazioni Scientifiche: Cosa Significa per la Ricerca

2024-11-09

Autore: Sofia

Due insegnanti di statistica australiani, Adrian Barnett e Nicole White, hanno recentemente lanciato un campanello d'allarme riguardo a un fenomeno che sta emergendo nel panorama della ricerca scientifica: un incremento notevole di errori di ortografia nelle pubblicazioni degli ultimi cinquant'anni. Pubblicando un dettagliato articolo sul blog della London School of Economics (LSE), i due esperti hanno evidenziato che refusi come "reserach" in luogo di "research" o "risk ration" invece di "risk ratio" stanno diventando sempre più diffusi.

Barnett e White sono docenti rispettivamente alla Queensland University of Technology. Con una solida esperienza alla guida della Statistical Society of Australia, Barnett ha contribuito a promuovere l'importanza della statistica nella ricerca. White, invece, ha dedicato gran parte della sua carriera all'analisi statistica nel campo medico. Sebbene questi errori possano sembrare meno gravi rispetto a problematiche come il plagio o errori grossolani nei processi di revisione, la loro crescente frequenza potrebbe indicare un problema più ampio nella qualità della pubblicazione scientifica.

Per la loro analisi, gli autori hanno esaminato oltre 32 milioni di titoli e abstract su PubMed, uno dei database scientifici più completi e rispettati, focalizzandosi su quindici errori di ortografia comuni. In aggiunta a quelli già citati, hanno ricercato refusi come "confident interval" invece di "confidence interval" e "odd ratio" al posto di "odds ratio". I risultati sono sorprendenti: undici dei quindici refusi monitorati sono aumentati nel tempo, passando da 0,1 refusi ogni 10.000 abstract nel 1970 a ben 8,7 nel 2023.

Nonostante la quantità complessiva di refusi rimanga relativamente bassa, Barnett e White sottolineano che l'analisi è limitata e che è probabile che tendenze simili si manifestino anche in altri errori non considerati nel loro studio. È interessante notare che, sebbene alcuni studi suggeriscano che gli errori di ortografia possano influenzare la percezione dell'affidabilità delle pubblicazioni, la presenza di refusi non è necessariamente un indicativo della qualità complessiva dell'articolo. Molto spesso, errori facilmente identificabili possono essere corretti con strumenti automatici di verifica ortografica, disponibili in quasi tutti i programmi di elaborazione testi.

Tuttavia, alcuni refusi, come "pubic health" in luogo di "public health", possono facilmente sfuggire ai correttori automatici, richiedendo invece una lettura attenta e consapevole da parte degli autori e dei revisori, figure che dovrebbero essere coinvolte nel processo di pubblicazione.

Nonostante non diano un'interpretazione definitiva ai risultati, Barnett e White avanzano alcune ipotesi sulle cause di questo fenomeno. Una delle spiegazioni più plausibili è che la crescente pressione a pubblicare articoli rapidamente, in un contesto di competizione accademica crescente, possa portare a una maggiore quantità di refusi, suggerendo una mancanza di attenzione nella fase di preparazione. Revisori sempre più oberati di lavoro potrebbero, quindi, sottovalutare l'importanza della verifica accurata.

Adam J. Case, psicologo e docente alla Texas A&M University, ha ulteriormente commentato che la responsabilità non ricade solamente sugli autori, ma anche sugli editori delle riviste scientifiche, spesso finanziate con fondi pubblici. Rimanendo nel tema dell'editoria accademica, Case suggerisce che sarebbe opportuno investire in correttori professionisti, considerando i costi esorbitanti richiesti per la pubblicazione.

Infine, Barnett e White propongono un'altra spiegazione che merita attenzione: l'aumento dei refusi potrebbe essere connesso all'ampia inclusione di ricercatori provenienti da paesi non anglofoni nel campo accademico. Questo fenomeno, sebbene possa presentare sfide in termini di qualità linguistica, potrebbe anche portare a una maggiore diversità e ricchezza di prospettive nella ricerca, arricchendo il dibattito scientifico globale. Ciò dimostra ancora una volta come la ricerca scientifica sia un campo in continua evoluzione, soggetto a nuove dinamiche e sfide.