Nel suo primo giorno da presidente, Donald Trump potrebbe emettere una dichiarazione di emergenza nazionale che, secondo fonti vicine, permette di attingere ai fondi del Pentagono.

Questa mossa mirerebbe non solo a finanziare la costruzione del muro al confine con il Messico, ma anche a utilizzare strutture militari per la detenzione e aerei militari per le espulsioni di massa.

I suoi consiglieri stanno ipotizzando quella che potrebbe diventare la "più grande deportazione di massa" nella storia degli Stati Uniti.

Secondo un rapporto del Wall Street Journal, la futura amministrazione Trump starebbe considerando anche incentivi per incoraggiare gli immigrati a lasciare il paese volontariamente, addirittura abolendo un divieto di rientro di dieci anni per coloro che dovessero allontanarsi.

Questa strategia sta suscitando forti preoccupazioni e opposizioni, non solo tra i gruppi per i diritti umani, ma anche in ambito politico, dove alcuni si chiedono se simili operazioni siano compatibili con i valori fondamentali della società americana.

Le conseguenze di tali azioni potrebbero avere ripercussioni significative non solo per le persone coinvolte, ma anche per il clima politico e sociale del paese in generale.

Con l'amministrazione Trump pronta a mettere in atto piani ambiziosi, il dibattito sull'immigrazione potrebbe intensificarsi, generando tensioni tra i sostenitori della linea dura e coloro che chiedono una riforma più umanitaria.