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Tragedia a Lucca: "Mia sorella Katia si è suicidata a causa di una truffa online e di minacce in famiglia!"

2025-01-17

Autore: Sofia

Una tragedia che segna profondamente una famiglia.

Marisa Palagi racconta la straziante storia di sua sorella Katia, 56 anni, che il 12 novembre 2024 si è tolta la vita gettandosi da un viadotto sul raccordo autostradale tra Lucca e Viareggio. La sorella rivela che Katia è stata perseguitata e minacciata da truffatori che l'hanno convinta a investire in criptovalute e trading online.

Katia era una persona forte e decisa, ma ha subito un attacco psicologico insostenibile. "Qualcuno deve averla minacciata profondamente. Hanno preso di mira non solo lei, ma anche la nostra famiglia" afferma Marisa, visibilmente provata.

La storia di Katia e le truffe online

Katia Palagi aveva iniziato a investire in bitcoin nel 2022 tramite una piattaforma che prometteva guadagni facili e veloci. Dopo un inizio promettente, quando ha tentato di ritirare il suo capitale nel giugno 2023, si è scontrata con il rifiuto. Nonostante i familiari avessero fatto denuncia alle autorità competenti, la situazione è peggiorata.

“Le hanno fatto aprire un conto e le hanno chiesto di fare bonifici in Spagna e Lituania - continua Marisa - Tuttavia, quando mia sorella ha cercato di recuperare i suoi soldi, è stata denunciata invece di ricevere aiuto. Questo ha contribuito a un ulteriore stato di angoscia.”

Il tragico gesto di Katia

Il giorno del suo tragico gesto, Katia ha lasciato un messaggio ai suoi familiari, esplicitando che i suoi persecutori sapevano dove abitava e che avrebbero potuto riverberare su di loro le minacce subite.

“In quell’ultimo messaggio, ha dato indicazioni sui suoi truffatori, certi che l’avessero seguita e che potessero fare del male a noi”, conclude la sorella con il cuore spezzato.

Riflessioni e moniti

Questa tragedia solleva interrogativi seri sulla sicurezza degli investimenti online e sui rischi delle truffe nel settore delle criptovalute. Gli esperti avvertono: "Ci sono troppi falsi promettenti che sfruttano la vulnerabilità delle persone in cerca di guadagni facili". La storia di Katia dovrebbe servire da monito per tutti coloro che si avventurano nel mondo delle criptovalute senza una adeguata preparazione. Un caso che richiede non solo giustizia per la famiglia Palagi, ma anche un’attenta riflessione sulle normative vigenti per proteggere i cittadini da simili abusi.