Finanze

Torino: La Sorpresa di Seymandi dopo la Rottura con Segre e il Futuro della Savio

2024-11-10

Autore: Giulia

Dopo più di un anno dalla rottura tra Cristina Seymandi e Massimo Segre, ci sono state importanti novità riguardanti la Savio, storica azienda nel settore degli accessori per serramenti in alluminio. Seymandi, che era proprietaria dell’80% della società, ha venduto la sua partecipazione all’imprenditore israeliano Nash Abramov, che ora ricopre il ruolo di amministratore delegato. Questi ha acquisito la maggioranza delle quote tramite la SprinTec Group srl, di cui possiede l'80%. Il 20% restante è detenuto da Luca Chiauzzi, il direttore generale della Savio. Anche se Seymandi ha ceduto le sue azioni, continuerà a far parte del consiglio di amministrazione in qualità di consigliera.

Questa cessione è stata ufficialmente registrata presso la Camera di Commercio di Torino, tuttavia, non sono stati divulgati i dettagli finanziari dell'operazione.

La nuova leadership sembra riflettere il turbolento rapporto tra Seymandi e Segre. Quando Abramov è stato nominato al posto di Seymandi, molti hanno interpretato la scelta come una conseguenza della loro rottura. Nonostante ciò, Seymandi ha presentato il cambiamento sui social media come una mossa positiva per la governance dell'azienda. Tuttavia, le prospettive di rilancio della Savio stanno affrontando sfide significative. Dopo la fine delle agevolazioni fiscali legate al programma “Superbonus”, concepito per stimolare il settore edilizio, l’azienda ha già iniziato a riscontrare delle difficoltà.

La rottura tra Seymandi e Segre ha suscitato un grande interesse mediatico, specialmente dopo l’annuncio della fine della loro relazione, avvenuto durante una festa a Torino nel luglio 2023. Invece di festeggiare un imminente matrimonio, Segre ha accusato Seymandi di tradimento in un episodio che ha fatto notizia e che ha avuto ripercussioni legali. Cosa ne sarà ora della Savio senza la potenza imprenditoriale di Seymandi? Solo il tempo potrà dirlo, ma molte sono le domande sul futuro della società e sul nuovo corso decisionale intrapreso.