
Sei Ore di Terrore nella Scuola di Roma Nord: Il Drammatico Sequestro alla Ignazio Silone
2025-03-13
Autore: Sofia
Era il 13 marzo 1984 quando un evento drammatico sconvolse la tranquillità del quartiere Nuovo Salario a Roma. Alle 10 del mattino, Maurizio Nobile, un uomo armato di fucile a pompa calibro dodici, fece irruzione nella scuola media statale Ignazio Silone. I bidelli, Ernesto Chioviti e Umberto Maestri, cercarono di avvicinarlo, ma la situazione degenerò rapidamente: Nobile aprì il suo borsone, estrasse l'arma e sparò, ferendo gravemente entrambi i collaboratori della scuola. Questo segnale d'allerta segnò l'inizio di sei lunghissime ore di paura e tensione.
Durante il sequestro, Nobile prese in ostaggio un'intera classe della prima B, composta da 19 bambini, insieme alla loro insegnante di geografia. Le forze dell'ordine si mobilitarono immediatamente: poliziotti, carabinieri e pompieri circondarono l'istituto, mentre un'insegnante riuscì a informare le autorità componendo il numero d'emergenza. Tra i primi a intervenire c’era Salvatore Veltri, maresciallo dei carabinieri, ora luogotenente in congedo, che ricorda quel giorno con angoscia: "Non ti aspetti mai che si possa fare del male a dei bambini".
Le tensioni aumentarono quando uno degli ostaggi, Ernesto Chiovini, morì in ospedale; il suo tragico destino segnò un punto di non ritorno per le forze dell’ordine. Gli agenti dovettero gestire una situazione che diventava ogni minuto più complicata. I carabinieri decisero di adottare una strategia: mantenere Nobile all'oscuro della morte di Chiovini, per evitare che questa notizia potesse farlo esplodere in un ulteriore atto di violenza.
La svolta arrivò dopo l'ora di pranzo, quando Veltri, per cercare di calmarlo, si offrì come ostaggio, ma Nobile rifiutò. Fortunatamente, il colpo di fortuna giunse quando il sequestratore chiese dell'acqua. Veltri colse l'occasione per ristabilire una comunicazione e, a poco a poco, iniziò a liberare alcuni bambini. In seguito, il sindaco di Roma Ugo Vetere intervenne, promettendo a Nobile un lavoro, il che si rivelò un passo decisivo per la risoluzione della crisi. Mentre la tensione saliva, Veltri riuscì determinare le parole giuste per persuadere Nobile a consegnarsi pacificamente.
Alla fine, dopo un'ora di trattative, Nobile fu arrestato. Questo incredibile episodio portò all'assegnazione di medaglie al valore a tutti coloro che furono coinvolti, un tributo al coraggio dei poliziotti, insegnanti e studenti che vissero momenti di puro terrore. A distanza di 40 anni, la memoria di quel giorno rimane viva, non solo come un incubo, ma come un insegnamento della forza e del coraggio dimostrati da tutti coloro che intervenirono nel tentativo di proteggere la vita degli innocenti.