Salute

Se il declino della sanità pubblica è causato dalle Regioni, allora aboliamole

2025-01-07

Autore: Alessandra

Vivendo in un'area di confine tra due regioni, la mia esperienza evidenzia chiaramente l'inefficienza e l'incomunicabilità del servizio sanitario nazionale. Recentemente, una prestigiosa rivista medica, The Lancet, ha riportato questa problematica, sottolineando come il sistema sanitario italiano sia sotto il controllo di burocrati regionali e locali che hanno esaurito le risorse disponibili. L'editoriale evidenzia un fattore critico: 'La frammentazione dell'infrastruttura dei dati sanitari'. Non esiste un sistema centralizzato per il monitoraggio e la condivisione delle cartelle cliniche elettroniche (EHR) e degli altri dati sanitari.

Fino a poco tempo fa, ad esempio, le cartelle cliniche di una Azienda Sanitaria Locale ligure risultavano invisibili non solo per i colleghi lombardi, ma anche per gli operatori di altre Asl della Liguria. Il risultato? Un sistema informativo sviluppato in modo isolato, con costi enormi ma risultati limitati. Mentre i social media come Instagram e Facebook comunicano tra loro con grande efficienza, all'interno delle Regioni italiane, i dati, che in realtà appartengono a noi cittadini, non vengono condivisi.

L'editoriale di The Lancet prosegue evidenziando che la causa principale di questo disastro è l'autonomia regionale. Con venti regioni che operano in modo autonomo, si creano politiche e tecnologie diverse, generando confusione normativa e inefficienze. La scarsa interoperabilità tra le regioni e le strutture sanitarie, unita alla mancanza di sistemi automatici di caricamento dei dati, compromette l'efficacia del Fascicolo Sanitario Elettronico, concepito per seguire le storie sanitarie dei pazienti, ma che risulta largamente inefficace a causa di queste carenze.

La frammentazione regionale ha portato quindi a un enorme spreco di risorse, con la proliferazione di appalti e consulenze che non hanno fruttato alcun beneficio reale. Queste risorse, fondamentali per medici, infermieri e strutture sanitarie, sono andate perdute, trasformando l’innovazione tecnologica in un fardello piuttosto che in un aiuto.

In un paese che invecchia rapidamente, è inaccettabile sprecare risorse sanitarie. Ma non è solo la sanità a risentire di questa gestione inefficace: molti settori, dalla sostenibilità ambientale ai trasporti, soffrono della stessa frammentazione. La spesa pubblica nel 2023 ha superato 1.100 miliardi di euro, ma a differenza del passato, le capacità produttive del nostro Stato sono state drasticamente ridotte.

Dati alla mano, appare chiaro che la regionalizzazione ha peggiorato la qualità della vita degli italiani, penalizzando l'economia e privando la comunità dei beni comuni, senza portare alcun vero miglioramento nella società. Questo è uno dei motivi principali di un declino nazionale che sembra inarrestabile. Prima di continuare a implementare riforme sperimentali, non sarebbe più saggio considerare un ritorno a un sistema più centralizzato?