Salute

Scontro da Incubo: Infermiere Aggredito in Ospedale da un Parente

2025-09-09

Autore: Giovanni

Una serata da incubo si è consumata all'ospedale San Camillo di Roma, dove un infermiere è stato brutalmente aggredito da un parente di una paziente ricoverata in codice rosa, il protocollo speciale per le vittime di violenza.

Nonostante l'introduzione di posti di polizia in ben 22 ospedali del Lazio, le violenze contro il personale sanitario continuano a imperversare. I medici e gli infermieri non si sentono più al sicuro nei luoghi di cura, subendo intimidazioni, insulti e, in questo caso, violenze fisiche.

La Violenza Ingiustificata Legata a un Codice Rosa

L'episodio è avvenuto venerdì scorso, intorno alle 20:45, nel reparto di Medicina 1B. In un orario in cui le visite non sono consentite, l'aggressore ha iniziato a creare disordini, puntando il dito contro un'infermiera. È intervenuto un collega per difenderla, ma è stato subito colpito da un violento pugno al volto e successivamente bersagliato da calci mentre si trovava a terra.

Momenti di Terrore e Intervento della Polizia

La situazione è degenerata al punto che l'infermiere ferito è riuscito a rifugiarsi nella stanza dei medici per scampare alla furia del parente. Fortunatamente, la sicurezza ospedaliera e la polizia sono intervenuti prontamente, riuscendo a fermare l'aggressore. Per l'infermiere, sette giorni di prognosi.

Denuncia e Condanna da Parte dei Sindacati

I sindacati non hanno tardato a denunciare l'accaduto. Davide Leso, segretario della Uil Fpl San Camillo Forlanini, ha affermato: "Condanniamo fermamente questo gravissimo episodio. È inaccettabile che chi si prende cura della salute delle persone debba temere per la propria incolumità." Anche la direzione dell'ospedale ha preso posizione, promettendo che saranno attuate misure necessarie per garantire la sicurezza dei lavoratori.

La Necessità di Proteggere il Personale Sanitario

La violenza all'interno delle strutture sanitarie è un fenomeno da combattere con urgenza, avviando programmi di prevenzione e monitoraggio continuo. Non possiamo permettere che tali atti rimangano impuniti e che chi opera nel settore della salute viva nel terrore.

Purtroppo, quest'episodio non è isolato. A marzo, sempre al San Camillo, cinque professionisti furono aggrediti dai nipoti di un'altra paziente. La situazione deve cambiare.