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Scontri in Siria: 17 morti a Tartus tra lealisti e forze di sicurezza

2024-12-26

Autore: Marco

A distanza di poco più di due settimane dal rovesciamento del regime di Bashar al-Assad, la Siria si trova ad affrontare una crescente tensione sociale. Il nuovo leader, Al Jolani, deve ora fronteggiare la sua prima prova cruciale: i sostenitori del regime deposto, rappresentati dalla minoranza alawita, stanno insorgendo con manifestazioni e scontri violenti che evidenziano la difficoltà della transizione verso una pacificazione duratura.

Nella provincia costiera di Tartus, storica roccaforte alawita, le nuove autorità siriane hanno avviato un'operazione contro le milizie filo-Assad. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, almeno tre combattenti lealisti sono stati uccisi durante gli scontri, che hanno portato alla morte di 17 persone, inclusi 14 agenti delle forze di sicurezza e tre militanti armati.

Il governo ha dichiarato di voler "ripristinare la sicurezza" in questa regione strategica. Tra le varie persone arrestate, vi è anche un alto funzionario della giustizia militare, noto per aver emesso condanne a morte nella tristemente celebre prigione di Sednaya, simbolo della brutalità del regime di Assad.

Le proteste si sono diffuse anche in altre città costiere come Banias, Jableh e Latakia, dove la comunità alawita è particolarmente presente, e a Homs. Il risveglio della rabbia popolare è stato innescato dalla diffusione di un video sui social che mostrava un attacco a un santuario ad Aleppo. Per calmare gli animi, le autorità hanno tentato di minimizzare la situazione, affermando che il video era risalente ad un attacco precedente da parte dei militanti, risalente al primo dicembre.

Per riportare la calma in città come Homs, le autorità hanno imposto un coprifuoco notturno, cercando così di tenere sotto controllo la situazione.

In un contesto di incertezze politiche, la nuova leadership siriana sta cercando di ottenere riconoscimenti internazionali. Una delegazione irachena ha già incontrato i nuovi governanti a Damasco, mentre dal Libano il ministro degli Esteri Abdallah Bou Habib ha espresso la volontà di instaurare relazioni di buon vicinato con la Siria, segno di un possibile riavvicinamento nella regione.

Questi sviluppi segnalano che la situazione in Siria rimane estremamente instabile, e la strada verso la pace e la stabilità è costellata di sfide significative.