Nazionale

'Saman uccisa dalla sua intera famiglia: ergastolo in arrivo per i colpevoli'

2025-04-07

Autore: Maria

Non si tratta di una semplice ribelle, ma della tragica vittima di un'"azione barbara e inumana" orchestrata dalla sua famiglia, così viene descritta Saman Abbas dalla Procura generale di Bologna. L'accusa ha chiesto l'ergastolo per tutti e cinque i membri della famiglia coinvolti nella sua morte, sottolineando che non ci sono differenze tra le responsabilità di padre, madre, zio e cugini.

Saman, 18enne pachistana, è stata brutalmente uccisa e sepolta in un casolare non lontano da casa sua, tra il 30 aprile e il primo maggio 2021. Il suo corpo è stato ritrovato solo un anno e mezzo dopo, due metri sotto terra. La Procura ha fortemente criticato la sentenza di primo grado che aveva condannato solo i genitori a ergastolo, mentre lo zio aveva ricevuto 14 anni e i cugini erano stati assolti.

Le autorità hanno evidenziato come i fatti esposti durante il processo non possano essere ignorati, attribuendo a ciascun familiare il proprio grado di responsabilità. In particolare, è stata ribadita l’affidabilità delle dichiarazioni del fratello di Saman, presentato come una vittima traumatizzata, abbandonata dai suoi cari.

In netto contrasto, i genitori sono stati descritti come "freddi e insensibili pianificatori dell'omicidio della figlia", tentando di far apparire il padre come un semplice genitore e la madre come una donna in preda alla prostrazione. Gli avvocati dell'accusa hanno auspicato una sentenza che restituisca dignità a Saman, rimuovendo l'etichetta di ribelle e mettendo in evidenza il suo drammatico ruolo di vittima in una situazione di pericolo mortale.

Il caso ha sollevato una forte indignazione pubblica e ha portato alla luce questioni più ampie sul rispetto dei diritti delle donne e sull'onore di famiglia, temi delicati che non possono essere ignorati. Le prossime udienze sono programmate per il 16 e il 18 aprile, dove gli avvocati dei difensori prenderanno parola. Nel frattempo, la madre Nazia ha scelto di non partecipare, mentre suo figlio, Shabbar, ha mostrato segni di ripulsione e protesta durante la requisitoria.

Accanto alla gravità di questo delitto, è fondamentale che la giustizia prenda una posizione ferma contro le violenze domestiche e le dinamiche familiari malsane che portano a tragiche perdite come quella di Saman. La comunità attende con ansia la decisione finale, sperando che si faccia finalmente giustizia per questa giovane vita spezzata.