
Riforma Bernini: Un'illusione per l'Accesso a Medicina che Delude
2025-08-31
Autore: Luca
Riforma che delude: l’accesso libero alla medicina svela le sue spine
Quando la ministra Bernini ha lanciato la sua riforma dell'accesso a Medicina, molti si sono lasciati trasportare dall'entusiasmo. Ma ora, a pochi mesi di distanza, i dati parlano chiaro: l’accesso libero tanto decantato si rivela un’illusione che ha generato solo confusione e disillusione.
Il grande fraintendimento: accesso libero o mera illusione?
Secondo un recente articolo di Repubblica, centinaia di studenti alla Federico II di Napoli hanno abbandonato il semestre di selezione. Credevano che la riforma significasse l'addio al numero chiuso, ma si sono ritrovati a dover pagare 250 euro senza alcuna garanzia di accesso. Questo ha creato non solo nuovi costi per le famiglie, ma ha anche alimentato il business dei corsi privati, contrariamente a quanto promesso.
Criticità strutturali della riforma
Analizzando il documento "Make Test di Medicina Great Again" del Comitato Domani in Salute, emergono gravi problematiche strutturali: 1. **Sovraffollamento**: L'accesso libero ha saturato le aule, lasciando gli atenei privi delle risorse necessarie. 2. **Stress Accresciuto**: La selezione è semplicemente stata rinviata, costringendo gli studenti a un semestre di ansia. 3. **Favoritismi**: Il legame tra selezione e voti degli esami intermedi porta a disparità di trattamento. 4. **Abbandoni**: Tanti si iscrivono nella speranza di un accesso libero, ma abbandonano presto, sprecando risorse preziose.
Un errore fatale: confondere quantità con qualità
Il vero problema del sistema sanitario italiano non è tanto la mancanza di medici, ma la carenza di specialisti in ambiti critici come pronto soccorso e pediatria. La riforma non si occupa di formare professionisti per queste aree, lasciando il nostro sistema sanitario vulnerabile.
Le conseguenze nel sistema sanitario
Le irregolarità della riforma si ripercuotono sui cittadini: liste d'attesa più lunghe e disparità territoriali. Le regioni più deboli, come la Calabria, non riescono a gestire l’aumento degli studenti, mettendo a rischio l’uguaglianza nell'accesso ai servizi sanitari.
La strada alternativa: proposte per un futuro migliore
Ci sono alternative valide, ma richiedono un'immediata riorganizzazione: 1. **Programmazione a lungo termine**: valutare il fabbisogno di medici per specializzazione con uno sguardo a 10-15 anni. 2. **Attrattività delle specializzazioni**: incentivare settori in crisi, come anestesia e pronto soccorso. 3. **Investimenti sugli infermieri**: raddoppiare il numero di infermieri, attualmente inadeguato rispetto alla media europea. 4. **Corsi pubblici gratuiti**: per garantire pari opportunità a tutti, evitando che solo il reddito familiare determini l’accesso a Medicina.
Conclusione: un appello a un cambio di rotta
La salute è diritto di tutti e spetta a noi tutti pretendere un sistema che valorizzi qualità, dignità e sicurezza per chi lavora nel settore sanitario. Se non ci attiviamo, il costo di questi errori ricadrà su tutta la società.