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Riarma l'Europa: quanto spenderà l'Italia e le priorità delle Forze Armate

2025-03-25

Autore: Marco

L'impatto del piano ‘Rearm Europe’ dell'UE sulle spese per la Difesa in Italia solleva interrogativi cruciali. Con 150 miliardi di prestiti previsti dal nuovo strumento SAFE (Security Action For Europe) da dividere tra gli Stati membri, la situazione rimane complessa. La soglia massima del 1,5% del PIL, né garantita né obbligatoria, comporta rischi di creare deficit che l'Italia potrebbe non voler finanziare con nuovo debito. Le speculazioni su una possibile inclusione di Carabinieri e Guardia Costiera nel calcolo per la Difesa aumentano ulteriormente le incognite. Tuttavia, possiamo ipotizzare un incremento di circa 20 miliardi di euro per la Difesa all’anno. Come verranno allocati?

Le spese di esercizio rimangono una priorità. Queste spese, fondamentali per il funzionamento delle Forze Armate, sono attualmente basse, inferiori ai 2 miliardi di euro. Questa situazione evidenzia la forte dipendenza dell'Italia e dell'Europa dagli Stati Uniti. È quindi essenziale migliorare le scorte e la manutenzione.

Il tema del personale è cruciale. Le Forze Armate hanno richiesto un aumento degli organici per gestire nuove tecnologie e mezzi. L'attuale modello di 160.000 uomini potrebbe non essere sufficiente, e c'è bisogno di un piano per raggiungere una forza di almeno 180.000 unità, insieme alla creazione di una Riserva efficace.

Infine, gli investimenti nella modernizzazione sono urgenti. L'Esercito Italiano sta puntando sui progetti PANTHER e LYNX, ma nuovi fondi per l'AW-249 sono necessari per potenziare le capacità di conquista a lungo raggio. Inoltre, l'acquisto di ulteriori sistemi HIMARS è raccomandato. È essenziale accelerare la produzione di veicoli blindati come VBM e CENTAURO II e potenziare la difesa aerea con batterie SAMP/T NG e GRIFO.

L'Aeronautica Militare ha recentemente acquisito nuovi F-35 e Eurofighter TYPHOON, e c'è una necessità urgente di un aereo da pattugliamento marittimo, con l'ipotesi di adattare il giapponese P-1 con sistema ATOS. Anche la protezione aerea, in sinergia con la Marina, richiede attenzione, eventualmente con l'adozione di M-346 FA per attacchi leggeri e difesa locale.

Per la Marina Militare, priorità assoluta resta il pattugliamento marittimo, mentre l'acquisto di ulteriori FREMM EVO, DDX e sottomarini U-212 NFS è in discussione. È tempo di rilanciare il programma per un nuovo drone subacqueo e accelerare lo sviluppo di droni di superficie. Inoltre, la questione dei convertiplani e dei droni carrier rimane sul tavolo.

Un rinnovato impegno nella Difesa non è solo necessario: è fondamentale per garantire la sicurezza e la stabilità dell'Italia nel contesto europeo attuale. Per ulteriori dettagli e analisi, seguite gli aggiornamenti nei prossimi numeri di Risk & Strategy WEEKLY.