
Referendum Jobs Act a Giugno: La Potenziale Riforma dell'Articolo 18!
2025-03-22
Autore: Maria
L'Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori ha rappresentato a lungo una delle fondamenta della protezione contro i licenziamenti ingiustificati in Italia. Introdotto dalla legge n. 300/1970, prevedeva il reintegro obbligatorio per i lavoratori licenziati senza giusta causa nelle aziende con più di 15 dipendenti, cinque se agricole.
Tuttavia, a seguito di due riforme significative — la riforma Fornero del 2012 e il DECRETO LEGISLATIVO n. 23 del 2015, legato al Jobs Act del governo Renzi — questo articolo ha visto un’intensa modifica delle sue disposizioni. Ora, con un referendum abrogativo previsto per l'8 e il 9 Giugno 2025, i cittadini italiani potrebbero decidere di ripristinare le norme precedenti.
Il referendum, disciplinato dall’articolo 75 della Costituzione, consentirà ai cittadini di votare per l'abrogazione totale o parziale di leggi esistenti. Oltre all'Articolo 18, gli italiani si pronunceranno su tre ulteriori quesiti legati al lavoro, inclusi aspetti come l’indennità di licenziamento nelle piccole imprese e la responsabilità solidale nei contratti d'appalto.
Il quesito sul Jobs Act è cruciale e sarebbe una grande opportunità di riforma per proteggere i lavoratori, dato che sindacati come la CGIL hanno spinto per questo evento referendario raccogliendo milioni di firme a sostegno.
Nel contesto del Jobs Act, il referendum potrebbe portare alla cancellazione delle norme sui licenziamenti illegittimi introdotte con il contratto a tutele crescenti. Se vincesse l'opzione Sì, il Job Act verrebbe sostituito dalla formulazione dell’Articolo 18 come modificato dalla riforma Fornero, ripristinando almeno alcune tutele perse.
Il decreto legislativo del 2015 ha confutato molte delle garanzie preesistenti in tema di licenziamento. In pratica, i neolaureati dal 7 marzo 2015 non godono più della protezione robusta dell’Articolo 18, ma piuttosto un sistema di tutele crescenti basate sulla loro anzianità. Ciò significa che il diritto al reintegro è stato limitato solo a specifici casi di licenziamento nullo o discriminatorio.
In caso di vittoria del Sì, sarebbe un ripristino parziale: il sistema di reintegro non sarebbe più così ampio come l’originario Articolo 18, ma comunque meglio rispetto alla situazione attuale, in cui solo indennizzi economici sono considerati.
Ma cosa comporta questa modifica per i lavoratori? Ebbene, il ripristino delle tutele rileverebbe su diversi aspetti dei licenziamenti, dalle situazioni più gravi come licenziamenti nulli o discriminatori, dove il reintegro sarebbe obbligatorio, a quelli disciplinari, dove si considererebbe un indennizzo economico.
Gli elettori a questo referendum includeranno tutti i cittadini aventi diritto al voto per la Camera dei Deputati. Ciò significa che per l'abrogazione delle disposizioni attuali, il Sì dovrà ottenere supporto da almeno il 50% degli elettori. È un momento decisivo per il futuro dei diritti dei lavoratori in Italia: la domanda rimane, quale sarà il destino dell’Articolo 18? Non perdere l'occasione di far sentire la tua voce!