
Razzi di Hamas su Tel Aviv: L'IDF intensifica le operazioni a Rafah
2025-03-21
Autore: Marco
La recente offensiva israeliana nella Striscia di Gaza ha scatenato una risposta senza precedenti da parte di Hamas e degli Houthi, che, per la prima volta in due mesi, hanno attivato le sirene d'allerta antiaerea a Tel Aviv e Gerusalemme. L'attacco con razzi e missili segna la fine della fragile tregua che era stata mantenuta finora, con l'IDF che ha già registrato oltre 500 vittime, tra cui 190 bambini, secondo la Protezione Civile di Gaza. Le operazioni militari israeliane si stanno ora spingendo verso sud, al confine di Rafah, in un'operazione che sembra destinata a intensificarsi ulteriormente.
Le famiglie degli ostaggi israeliani, nel frattempo, hanno riempito le piazze di protesta in tutto il Paese. Manifestano per chiedere al governo di fermare i combattimenti e focalizzarsi sulla liberazione dei rapiti. L'indignazione è stata alimentata dalla decisione controversa del Primo Ministro Netanyahu di rimuovere il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, portando a un rinvio della votazione sul suo licenziamento. Le proteste a Gerusalemme sono sfociate in scontri tra manifestanti e forze di sicurezza, con l'uso di idranti e gas lacrimogeni da parte della polizia. A Tel Aviv, le sirene hanno risuonato nel cuore della notte a causa di un missile lanciato dallo Yemen, rivendicato dagli Houthi, mentre il giorno seguente nuovi lanci da Gaza hanno nuovamente attivato il sistema Iron Dome.
Hamas ha giustificato il raid su Tel Aviv come risposta ai "massacri sionisti contro i civili" nella Striscia, dove i bombardamenti israeliani continuano a mietere vittime. In risposta, il ministro della Difesa, Israel Katz, ha esortato le forze armate a continuare le operazioni a Gaza, affermando che i soldati dell’IDF stanno attualmente lanciando un'operazione di terra nel quartiere di Shaboura, a Rafah, distruggendo presunti obiettivi terroristici. La situazione sembra deteriorarsi ulteriormente con l'esercito israeliano che intensifica le operazioni nel sud della Striscia, dopo aver già primeggiato lungo il corridoio di Netzarim.
Mentre la pressione militare israeliana continua, sorgono delle polemiche all'interno del Paese riguardo alla strategia di Netanyahu. Le famiglie degli ostaggi denunciano che la ripresa dei combattimenti "è una condanna a morte" per i loro cari, mentre il presidente israeliano Isaac Herzog invita il governo a mantenere unita la popolazione e a non dimenticare i familiari degli ostaggi. In un tentativo di riportare la calma, la diplomazia internazionale sta tentando di riavviare un negoziato per una nuova tregua, con Hamas che non si oppone all'approccio dell'inviato americano, a patto che si avanzi prontamente verso una fase successiva dell'accordo per il cessate il fuoco. Una delegazione palestinese è attesa al Cairo per discutere con alti funzionari egiziani.
Rimanere aggiornati su questi sviluppi è cruciale, poiché la situazione evolve rapidamente, e ogni azione può avere ripercussioni significative sia a livello locale che internazionale.