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Proteste esplosive in Georgia: la lotta contro i presunti brogli elettorali cresce

2024-11-12

Autore: Luca

Lunedì sera, le strade di Tbilisi, la capitale della Georgia, sono state invase da migliaia di manifestanti che si sono radunati davanti al parlamento, esigendo nuove elezioni sotto supervisione internazionale. Questa mobilitazione segue la vittoria controversa del partito filorusso Sogno Georgiano nelle elezioni legislative del 26 ottobre, un evento che ha sollevato preoccupazioni per la trasparenza e l'integrità del processo elettorale.

I manifestanti non hanno esitato a puntare il dito contro la Russia, accusandola di aver interferito non solo con la campagna elettorale, ma anche con le procedure di voto. Dopo che numerosi casi di presunti brogli elettorali sono stati segnalati, molti membri della coalizione di opposizione filoeuropea, capeggiata dalla presidente Salome Zourabichvili, hanno richiesto un'indagine approfondita supportata da osservatori internazionali.

Secondo la commissione elettorale centrale, il Sogno Georgiano ha ottenuto il 54% dei voti, mentre l'opposizione ha ricevuto solo il 37,5%, distribuita su quattro partiti diversi. In risposta a questa situazione, i leader dell'opposizione hanno minacciato di boicottare le sedute parlamentari e hanno promesso di continuare le proteste fino a quando le loro richieste non saranno soddisfatte. Giorgi Vashadze, leader del Movimento di unità nazionale, ha dichiarato: «Le elezioni sono state massicciamente truccate, per questo non riconosciamo i risultati elettorali». Il suo appello è chiaro: «Vogliamo nuove elezioni e un governo che guidi la Georgia verso l'integrazione con l'Unione Europea».

È importante notare che la Georgia, situata nel Caucaso meridionale e con una popolazione di circa 3,7 milioni di abitanti, è da anni al centro di tensioni geopolitiche tra Europa e Russia. Il Sogno Georgiano, al potere dal 2012, ha adottato un approccio sempre più autoritario, allineato con gli interessi del regime di Vladimir Putin. D'altra parte, l'opposizione continua a spingere per una maggiore integrazione con l'Unione Europea, della quale la Georgia è ufficialmente candidata a diventare membro. Durante le manifestazioni, le bandiere europee sventolavano in mezzo a quelle georgiane, simboleggiando il desiderio di una rotta più occidentale per il paese.

Le tensioni politiche in Georgia non solo riflettono una crisi interna, ma si inseriscono anche in un contesto internazionale più ampio, dove i diritti democratici e l'autodeterminazione dei popoli sono costantemente messi alla prova. La situazione continua a evolversi e tutti gli occhi sono puntati su come il governo e l'opposizione gestiranno questo momento critico nella storia recente della Georgia.