
Perché Amazon, Meta, Microsoft e Apple pagano così poche tasse: quanto versano davvero all’Italia?
2025-03-22
Autore: Chiara
Dal 2020, in Italia è in vigore l'imposta sui servizi digitali, ma il gettito si attesta intorno ai 400 milioni di euro, ben al di sotto delle stime iniziali. Questo solleva interrogativi su come le grandi aziende tecnologiche riescano a eludere tale tassazione. Inoltre, è interessante notare che Google ha recentemente deciso di aumentare i prezzi per il consumatore finale, suggerendo che la pressione fiscale venga in parte trasferita sull’utente.
La situazione non è unica all'Italia. Le principali aziende tecnologiche di tutto il mondo sono state criticate per la loro capacità di minimizzare la tassazione grazie ai loro modelli di business globali. Secondo stime recenti, si calcola che solo una frazione delle entrate di queste aziende venga realmente tassata nei paesi in cui operano.
In Europa, i governi sono sempre più sotto pressione per rivedere le normative fiscali in modo che queste multinazionali contribuiscano equamente. Con l'aumento dell'attenzione pubblica su questa questione e la crescente richiesta di maggiore giustizia fiscale, la Commissione Europea sta esplorando nuove misure legislative. Ad esempio, l'introduzione di una tassa globale sui giganti del digitale è diventata un argomento centrale in molte discussioni politiche.
Pertanto, nonostante i tentativi di tassare i servizi digitali, i colossi tecnologici continuano a trovare modi per massimizzare i loro profitti senza contribuire adeguatamente alle economie locali. Resta da vedere se l'Europa e altri governi emergeranno più forti da questa battaglia fiscale, o se le grandi aziende continueranno a dominare con la loro influenza economica ed ingenti risorse legali.