
Paragon, Scott Railton (Citizen Lab): “Presto in arrivo il primo rapporto, diverse prove dell’attacco”
2025-03-13
Autore: Matteo
Scott Railton, ricercatore di Citizen Lab, ha annunciato che il primo rapporto pubblico sul caso Paragon verrà rilasciato nei prossimi giorni. "Mostreremo le prime prove forensi che attestano l’ampiezza di questo attacco", ha dichiarato. Railton è alla guida delle indagini su Graphite, il software spia di Paragon Solutions che ha compromesso i telefoni di oltre novanta giornalisti e attivisti in tutta Europa, tra cui Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it.
Durante il convegno “Paragon Scandal”, organizzato dai parlamentari europei dei Verdi Leoluca Orlando, Hannah Neumann e Saskia Bricmont, Railton ha spiegato che il loro team sospettava che Whatsapp potesse essere un veicolo per l’infiltrazione del software spia. Meta è stata informata e ha allertato gli utenti a rischio.
"Graphite è progettato per operare in modo silenzioso ed è difficile da individuare", ha aggiunto Railton. "Ci vorrà tempo per completare l’indagine, ma abbiamo già scoperto prove forensi sull’attacco tramite Paragon che presenteremo nel nostro rapporto". Ha sottolineato che il numero di persone colpite potrebbe essere maggiore di quelle avvisate da Whatsapp, citando il caso di David Yambio, che ha ricevuto notifiche tramite un’altra app.
David Yambio, attivista e co-fondatore di Refugee From Libya, ha condiviso come lo spionaggio lo abbia colpito profondamente sia a livello personale che professionale. "Non mi sarei mai aspettato di essere vittima di metodi simili in una democrazia come l'Italia dopo aver vissuto sotto diverse dittature".
Francesco Cancellato ha evidenziato la mancanza di trasparenza delle istituzioni riguardo al caso: "Abbiamo scelto di rendere pubblica questa situazione e ci siamo confrontati con risposte evasive e poco soddisfacenti. Con il segreto di Stato imposta dal governo, non abbiamo più chiarimenti sul caso Paragon".
Leoluca Orlando ha espresso che questo scandalo richiede un'urgente azione per prevenire che pratiche illegali diventino normali. Ha anche sottolineato l'imbarazzo del governo, menzionando le parole di Matteo Salvini riguardo a presunte lotte interne nei servizi segreti, che aggiungono un ulteriore strato di inquietudine alla situazione. Il segreto di Stato posto sul caso è un altro aspetto inquietante, considerando l'assenza di motivazioni e comunicazioni ufficiali al riguardo.
Hannah Neumann e Saskia Bricmont, europarlamentari verdi, hanno ribadito l'importanza di una risposta da parte della Commissione Europea, chiedendo un divieto totale all’uso di strumenti di sorveglianza in Europa, sottolineando che questo riguarda la libertà e il diritto alla privacy dei cittadini.
Nella stessa sessione a Strasburgo, durante una riunione chiusa sul 'European media freedom Act', si è espressa forte preoccupazione sull’uso di Graphite. Sandro Ruotolo, europarlamentare del Pd e relatore del gruppo di lavoro, ha evidenziato che il caso Paragon è emblematico di ciò che non deve accadere, con oltre 90 persone compromesse in 13 Stati membri dell'UE, di cui 86 rimangono anonime.
Luca Casarini, capo missione di Mediterranea saving humans, ha confermato di essere uno degli spiati e ha accennato all'uscita imminente di un rapporto ufficiale da parte di Meta che fornirà ulteriori dettagli sulle tracce dell'attività spionistica. Ha espresso timori riguardo un possibile uso di questo spyware per monitorare testimoni di torture in Libia, suggerendo che si stiano muovendo forze preoccupanti dietro questo meccanismo.
Infine, Nicola Fratoianni di Avs ha criticato la mancanza di comunicazione da parte del governo Meloni sulla questione Paragon, esigendo chiarezza e trasparenza in merito all'uso di software di sorveglianza avanzato, sottolineando come simili incidenti possano ripetersi se non vengono rispettati i controlli e le regole democratiche.