
Cambiamento Climatico: Le Imprese a Rischio di Perdere il 25% dei Profitti!
2025-03-22
Autore: Chiara
Senza azioni concrete per affrontare il cambiamento climatico, si stima che entro il 2050 le aziende potrebbero subire perdite fino al 25% dei loro profitti. Secondo uno studio del World Economic Forum con il Boston Consulting Group, a livello globale, il PIL potrebbe subire una contrazione del 22% entro la fine del secolo. Dati allarmanti che non possono essere ignorati!
Per mantenere la possibilità di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 °C, le emissioni globali dovrebbero diminuire di circa il 7% all’anno fino al 2030, ma purtroppo, attualmente, queste continuano ad aumentare dell’1,5% ogni anno. La vera sfida per le aziende non sembra essere la mancanza di consapevolezza, ma l’inerzia nel fronteggiare i rischi climatici con strategie efficaci.
Le perdite economiche dovute ai cambiamenti climatici
Il rapporto intitolato *The Cost of Inaction: A CEO Guide to Navigating Climate Risk* mette in evidenza un quadro preoccupante. Gli eventi climatici estremi dal 2000 a oggi hanno già causato danni economici per 3.600 miliardi di dollari (oltre 3.300 miliardi di euro), con una previsione di 1.000 miliardi solo nel corso del 2020-2024. Tempeste, uragani, incendi e siccità stanno diventando sempre più frequenti e intensi, influenzando drammaticamente le infrastrutture e la continuità operativa delle aziende.
L’effetto devastante del cambiamento climatico è già evidente e destina a crescere in modo esponenziale. Non si tratta solo di un costo, ma piuttosto di un investimento necessario per proteggere il futuro delle aziende. Rimandare queste decisioni si tradurrà in conseguenze economiche insostenibili.
Aree sempre più non assicurabili
Il cambiamento climatico ha portato molte compagnie assicurative a ritirarsi da zone ad alto rischio, lasciando intere regioni senza copertura. Questo fenomeno è particolarmente visibile in Europa e negli Stati Uniti, dove l’aumento degli eventi climatici estremi rende molte attività economiche vulnerabili. È fondamentale che le aziende abbiano un piano di protezione, altrimenti rischiano di trovarsi esposte e non protette in caso di disastro.
I rischi per il mondo degli affari
Il rapporto fa una distinzione tra due tipologie di rischi per le imprese: - I rischi fisici: effetti diretti degli eventi climatici che possono compromettere la produzione, interrompere le catene di fornitura e rallentare le attività. - I rischi della transizione ecologica: nuovi vincoli normativi, carbon tax e svalutazione delle risorse fossili sono solo alcune delle problematiche che le imprese devono affrontare.
È interessante notare che la domanda di carbone potrebbe crollare del 90% entro il 2050, mettendo in difficoltà le aziende ancora legate a questa fonte energetica obsoleta. Sorprendentemente, molte imprese sottovalutano questi rischi. Le previsioni ufficiali indicano un impatto sull’Ebitda tra l’1% e il 3%, ma le analisi più accurate del Boston Consulting Group suggeriscono perdite potenziali tra il 5% e il 25% nei prossimi decenni.
I profitti della transizione verde
In questo contesto, lo studio evidenzia che la transizione ecologica non è solo un imperativo ambientale, ma rappresenta un’opportunità economica straordinaria. Ogni dollaro investito nella lotta contro la crisi climatica può generare ritorni che spaziano da 2 a 19 dollari, evitando così perdite significative in futuro.
Investire addirittura il 3% del PIL globale nella mitigazione e nell’adattamento ai cambiamenti climatici potrebbe prevenire perdite tra il 10% e il 15% del prodotto interno lordo mondiale entro il secolo.
Inoltre, il mercato della green economy, attualmente valutato 5 mila miliardi di dollari, potrebbe triplicare entro il 2030. Settori in rapida crescita, come le energie rinnovabili, la mobilità sostenibile e i prodotti eco-friendly, stanno vivendo un'espansione annuale tra il 10% e il 20%, significativamente superiore al tasso di crescita globale. È tempo che le aziende si adattino a questa nuova realtà per garantire la loro sostenibilità e prosperità futura.