Giovedì scorso, Papa Francesco ha avuto un incontro significativo con il rettore dell'Università delle Religioni e delle Denominazioni dell'Iran. Durante l'incontro, il pontefice ha espresso preoccupazione per le violazioni dei diritti umani, stati che 'non abbiamo problemi con gli ebrei, ma l'unico problema è con Netanyahu che ignora le leggi internazionali e i diritti umani'. Queste dichiarazioni, subito riprese dai media iraniani, hanno scatenato una reazione a catena, sollevando interrogativi sulle relazioni tra la Santa Sede e Israele.

Il commento del Papa si inserisce in un contesto di crescente tensione tra Israeliani e Palestinesi, in un periodo in cui numerose organizzazioni internazionali denunciano la situazione dei diritti umani nei territori occupati. Inoltre, le parole di Francesco potrebbero complicare ulteriormente i già fragili rapporti diplomatici in Medio Oriente.

Un osservatore ha sottolineato che l’intervento del Papa riflette la sua lunga storia di advocacy per la pace e i diritti umani, mentre le reazioni da parte di Israele non si sono fatte attendere. Infatti, autorevoli membri del governo israeliano hanno espresso la loro indignazione, affermando che le affermazioni del Papa sono irrealistiche e non riflettono la realtà complessa di un conflitto di lunga data.

In un momento storico in cui la comunità internazionale è in cerca di risposte per una pace duratura, le parole di Papa Francesco potrebbero avere il potere di influenzare l'opinione pubblica strategica e svegliare le coscienze su temi cruciali. Tuttavia, la questione rimane se e come tali affermazioni possano contribuire a una soluzione pacifica nel conflitto israelo-palestinese.