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Omicidio di Santo Romano: la testimonianza inquietante degli amici e uno scenario da film

2024-11-09

Autore: Giovanni

Omicidio di Santo Romano: la testimonianza inquietante degli amici e uno scenario da film

La tragica storia dell'omicidio di Santo Romano, il 19enne assassinato a San Sebastiano al Vesuvio nella notte tra l'1 e il 2 novembre, si arricchisce di dettagli inquietanti e testimonianze angoscianti. Secondo le ricostruzioni fornite da amici della vittima, il 17enne accusato del delitto non avrebbe solo estratto una pistola, puntandola sotto il mento di un altro ragazzo durante una discussione, ma avrebbe agito con una ferocia inattesa, innescando un'escalation di violenza che ha portato al tragico epilogo.

L'episodio che ha scatenato tale reazione sarebbe stato, sorprendentemente, un semplice incidente: un ragazzo calpesta accidentalmente una scarpa di valore. Questo gesto banale ha avviato la catena di eventi che ha portato al primo colpo di pistola, seguito dal secondo, fatale colpo che ha raggiunto Santo.

Un amico del giovane ucciso ha descritto con grande angoscia gli attimi finali di Santo, rivelando che si sarebbe alzato la maglietta per mostrare il buco nel petto, un'immagine straziante che rimarrà impressa nelle menti di chi era presente. Dopo il delitto, il 17enne è fuggito, ma è stato rintracciato nel pomeriggio del 2 novembre in un'abitazione a Barra, Napoli, in compagnia di un amico. Durante l'operazione, le forze dell'ordine hanno anche scoperto della marijuana nell'appartamento, aggiungendo un ulteriore livello di inquietudine alla vicenda.

La giudice per le indagini preliminari, Anita Polito, ha convalidato il fermo del giovane, indicando la presenza di "gravi indizi di colpevolezza". Ha sottolineato la ferocia dei fatti e la modalità di commissione del reato, evidenziando la "negativa personalità" del 17enne, già colpito da precedenti condanne e segnalazioni per vari reati, anche di natura associativa. La disponibilità di un’arma da fuoco, secondo il magistrato, suggerisce una vicinanza a ambienti criminali in grado di rifornire simili strumenti di morte.

In un ulteriore colpo di scena, il legale del 17enne ha tentato di argomentare a favore della legittima difesa, sostenendo che l'omicidio sarebbe stato frutto di un colpo accidentale. Ma le parole della giudice risuonano forti: il giovane non ha mostrato segni di pentimento, alimentando il senso di impunità che sembra avvolgere tali atti di violenza giovanile. In una realtà dove gli spari rimbombano più forte delle speranze, la comunità si interroga: come prevenire che tragedie simili si ripetano?