Omicidio di Francesco Marando: fermati i figli, si profila una drammatica verità
2025-01-20
Autore: Sofia
Una drammatica svolta nelle indagini sull'omicidio di Francesco Marando, 54enne originario di San Luca, ucciso a colpi di pistola a Bovalino, in provincia di Reggio Calabria, l'11 gennaio scorso. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Locri, con il supporto della Compagnia locale e della Stazione di Bovalino, hanno fermato due figli della vittima, tra cui un minorenne, ritenuti responsabili non solo dell'omicidio, ma anche di occultamento di cadavere e di porto abusivo di arma da fuoco.
Le indagini, sotto la supervisione della Procura della Repubblica di Locri e della Procura per i Minorenni di Reggio Calabria, hanno rivelato che l'omicidio è scaturito da un'accesa lite familiare. Secondo quanto ricostruito, il maggiore dei due fratelli avrebbe sparato al padre durante un violento conflitto, colpendolo mortalmente. Successivamente, i due avrebbero nascosto il corpo in un locale interrato dell'abitazione, cercando di far sparire le tracce del crimine.
La scoperta del corpo di Marando è avvenuta solo il giorno dopo, in seguito a una richiesta di soccorso tardiva da parte dei familiari, che ha insospettito subito le autorità. La reazione degli inquirenti è stata immediata, con un sopralluogo nell'appartamento che ha rivelato dettagli inquietanti.
Ulteriori indagini hanno rivelato che la violenza era il culmine di conflitti familiari di lunga data. L'assassinio ha attratto l'attenzione dei media, specialmente dopo che è emerso che il maggiore dei fratelli, dopo il fatto, si è presentato spontaneamente in caserma con i suoi legali, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe da chi ha commesso un delitto.
Tecnologie avanzate come l'analisi dei sistemi di videosorveglianza hanno svolto un ruolo chiave nella ricostruzione della dinamica del crimine. Fondamentale è stata anche la confessione del giovane, che ha indicato il luogo in cui si erano disfatti dell'arma del delitto, una pistola calibro 38 priva di matricola, rinvenuta in una zona isolata di Ardore, accompagnata da bossoli e munizioni. Inoltre, il 18 gennaio, i carabinieri hanno riportato alla luce anche l'auto del padre, nascosta nelle campagne di Bovalino.
Le autorità competenti non si fermeranno qui: le indagini sono ancora in corso per scoprire eventuali complici e definire ulteriormente il contesto familiare e personale dei sospettati. L'attenzione degli investigatori si concentra ora sui legami e le dinamiche relazionali tra i membri della famiglia Marando, per comprendere il movente che ha portato a questo tragico epilogo. I due figli fermati rimangono a disposizione delle autorità giudiziarie, in attesa di convalida, mentre la comunità di Bovalino è scossa da questa terribile vicenda che svela lati oscuri della vita familiare.