Oltre 1.200 miliardi di tasse non riscosse: il Governo cerca soluzioni a un debito insostenibile
2025-01-13
Autore: Maria
Il nuovo anno, che avrebbe dovuto segnare l’inizio di una significativa riduzione del carico fiscale per il ceto medio, si scontra con una realtà desolante: un debito fiscale che supera i 1.200 miliardi di euro. Questa cifra, sebbene comprenda crediti difficilmente esigibili, rappresenta una vera piaga per le finanze pubbliche.
Per affrontare questa emergenza, il governo ha messo in campo diverse strategie, tra cui la rottamazione delle cartelle esattoriali, che nel 2024 ha fruttato allo Stato ben 4,6 miliardi di euro. Tuttavia, la strada verso una riduzione delle tasse è più tortuosa del previsto.
Ridurre le tasse per il ceto medio sembra un miraggio
In un tentativo di alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio, il governo sta considerando una revisione delle aliquote Irpef. Questa proposta ha trovato consensi tra Fratelli d'Italia e Forza Italia, ma si scontra con la dura realtà di risorse finanziarie limitate. Le misure implementate fino ad ora non hanno prodotto i risultati sperati: il concordato preventivo biennale per i lavoratori autonomi, ad esempio, ha raccolto solo 1,7 miliardi, inferiori ai 2,5 miliardi attesi.
Molti contribuenti si sono trovati in difficoltà a rispettare i pagamenti fissi, dato che queste imposte si basano su previsioni di reddito che non tengono conto delle reali difficoltà economiche. Non sorprende quindi che i contribuenti preferiscano opzioni come la rottamazione delle cartelle.
Rottamazione: un’ancora di salvezza
Da parte della Lega, è emersa la proposta di una nuova edizione della rottamazione delle cartelle fiscali, che finora ha avuto un successo parziale. Se la proposta verrà presa in considerazione nel decreto Milleproroghe, si prevede una crescita nelle entrate fiscali nel 2024. Già nei primi undici mesi dell’anno, la rottamazione ha contribuito al recupero di 4,6 miliardi di euro, e ciò potrebbe aumentare con l’estensione della misura.
La riforma fiscale e il futuro della tassazione
Il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, ha riconosciuto che c'è ancora molto lavoro da fare nella riduzione della pressione fiscale, in particolare per i redditi medi, quelli tra i 20 e 40mila euro all'anno. Leo ha anche annunciato l'intenzione di rendere il sistema fiscale più affidabile e meno invasivo. Una delle nuove misure è la creazione di una commissione tecnica per monitorare i crediti non riscossi, che ammontano a 1.275 miliardi di euro.
Riscossione in crescita: quali prospettive?
Il 2024 ha rappresentato un anno positivo per la riscossione delle imposte, con lo Stato che ha incassato 32,79 miliardi di euro, un incremento rispetto ai 31 miliardi del 2023, grazie anche alla rottamazione. Inoltre, è in arrivo una novità riguardante le modalità di pagamento: i debiti fiscali potranno essere saldati in rate fino a sette anni. Anche un emendamento della Lega ha esteso il termine di pagamento per le partite IVA fino a 170.000 euro, consentendo loro una maggiore flessibilità per il saldo delle imposte.
Riuscirà il Governo a riscuotere quei miliardi?
Ma cosa ne sarà di questi 1.200 miliardi di debito? Il sistema di riscossione è così semplice come sembra? Nonostante gli sforzi, nel 2023, l'Agenzia delle Entrate ha incassato 24,7 miliardi di euro, ma il buco dei crediti non riscossi è cresciuto a una cifra preoccupante. Gran parte di questi crediti è irrecuperabile; il 40% riguarda persone decedute o nullatenenti, e un altro 42% è composto da debitori che hanno già subito tentativi di recupero infruttuosi.
Questa situazione è diventata strutturale, endemica, e mostra segni di sempre maggiore gravità, con un debito in continua espansione e la lentezza nel risolvere le pratiche fiscali. Si apre quindi una domanda cruciale: quali strategie potrà perseguire il Governo per affrontare un debito che rappresenta una vera e propria emergenza nazionale?