
Nicola Rao presenta il suo libro su Sergio Ramelli: "La pacificazione è possibile solo con il riconoscimento degli orrori passati"
2025-03-17
Autore: Maria
Sergio Ramelli, uno studente diciottenne di destra, è stato brutalmente aggredito da un gruppo di militanti della sinistra extraparlamentare, morendo dopo 47 giorni di agonia. Nicola Rao, giornalista e saggista, nel suo libro 'Il tempo delle chiavi. L'omicidio Ramelli e la stagione dell'intolleranza', edito da Piemme, si propone di raccontare questa drammatica storia, con l’intenzione di raggiungere non solo coloro che la conoscono ma anche le nuove generazioni che, per motivi anagrafici, non sono a conoscenza di questi eventi. Rao sottolinea il pericolo dell'intolleranza: "Dall'intolleranza si arriva alla violenza e dalla violenza si arriva all'omicidio. Questo libro vuole essere una denuncia contro tali atrocità".
In vista del cinquantesimo anniversario della morte di Ramelli, il 29 aprile prossimo, Rao auspica che ci sia una presa di coscienza da parte della destra: "È importante che questa storia venga consegnata a tutta l'Italia, poiché Sergio Ramelli è una vittima di tutti noi". Tuttavia, l’autore esprime preoccupazione per il fatto che la pacificazione tra le diverse fazioni politiche sembri ancora lontana. "Ci sono steccati e recinti, dove ogni parte si rifugia per giustificare la propria narrativa. Dopo mezzo secolo, è fondamentale che possiamo tutti compiere un passo avanti, superando il peso del passato".
Rao esamina anche il contesto più ampio degli anni di piombo in Italia, un periodo caratterizzato da violenze e agitazioni, affermando: "Questo Paese ha una difficoltà strutturale nel fare i conti con i propri errori e limiti. L'Italia ha vissuto la stagione più lunga e sanguinosa del terrorismo in Europa, mettendo in luce sia le vittime che i carnefici, molti dei quali erano giovanissimi".
È essenziale, secondo Rao, riconoscere che le responsabilità di quel periodo tumultuoso sono diffuse e spesso non completamente investigate. La lotta per una vera pacificazione non può avvenire senza un'onesta autoanalisi da parte di tutte le forze politiche. La sfida è quella di costruire una memoria condivisa che permetta all'Italia di affrontare il proprio passato con la volontà di cambiare e di crescere.