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Neonato tragicamente trovato senza vita in culla termica a Bari: il parroco non si difende

2025-01-10

Autore: Alessandra

Un tragico evento a Bari

Un tristissimo episodio ha scosso il quartiere Poggiofranco di Bari, dove il 2 gennaio scorso è stato rinvenuto il corpo di un neonato senza vita all'interno di una culla termica situata in un locale adiacente alla chiesa di San Giovanni Battista. Don Antonio Ruccia, parroco della chiesa e attualmente indagato, ha scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti. Le indagini vedono coinvolto anche un tecnico elettricista, che era intervenuto il 14 dicembre per un guasto, presumibilmente a causa di un blackout.

Le indagini e l'autopsia

La gravità del caso ha portato la Procura a ordinare un’autopsia, che ha rivelato che il neonato, di appena un mese di vita, potrebbe essere stato lasciato nella culla mentre era ancora vivo. Si sospetta che la causa della morte sia stata l'esposizione al freddo, aggravata da un evidente stato di disidratazione e sottopeso. Un intervento immediato avrebbe probabilmente potuto salvarlo. La difesa di don Antonio ha nominato un esperto del Politecnico come consulente.

Problemi con il sistema di allerta

Inoltre, la Procura ha incaricato due ingegneri per esaminare il sistema di allerta collegato alla culla, di cui il parroco ha riferito di non aver mai ricevuto chiamate. Rivela il suo avvocato, Salvatore D'Aluiso, che inizialmente esisteva una telecamera collegata con il Policlinico che permetteva di monitorare visivamente la culla, ma sembra che l'allerta non fosse mai stato funzionale.

Domande sulla sicurezza e sui protocolli

Un aspetto inquietante di questa vicenda è l'ipotesi di una mancanza di protocolli adeguati nel sistema di accoglienza dei neonati, che solleva interrogativi su cosa si possa fare per evitare che simili tragedie si ripetano in futuro. La comunità è in lutto, e molti si chiedono come sia possibile che un bambino possa essere lasciato in tali condizioni. Questo caso non solo mette in luce le responsabilità del parroco e del personale tecnico, ma evidenzia anche la necessità di rivedere le procedure di emergenza legate all'abbandono di neonati.