Finanze

Negli Stati Uniti: Prosecco vs CalSecco – Chiuderanno i battenti gli esportatori pigri?

2025-04-03

Autore: Maria

Introduzione

L'industria del vino italiano si avvicina al Vinitaly 2024 con un mix di speranze e timori. Nonostante le esportazioni abbiano raggiunto un valore complessivo di otto miliardi di euro, evidenziando una crescita del 5% nell'ultimo anno, l'orizzonte è offuscato da incertezze, specialmente a causa dei dazi americani che gravano sulle importazioni di prodotti europei. Questa situazione non solo minaccia di ridimensionare il volume d'affari, ma introduce nuove sfide sul fronte competitivo, dando spazio all'emergere di nuovi attori sul mercato.

Il mercato statunitense

Il mercato statunitense è cruciale per il vino italiano, assorbendo il 25% delle esportazioni, una percentuale decisamente superiore alla media dell'export Made in Italy. Tuttavia, è il Prosecco a trovarsi sotto minaccia; il suo giro d'affari negli Stati Uniti ha toccato nel 2024 i 800 milioni di euro, pari al 40% del totale del vino italiano esportato negli USA.

L'arrivo del CalSecco

Recentemente, la notizia del lancio sul mercato di CalSecco, un nuovo spumante californiano prodotto da Rack & Riddle, ha infiammato il dibattito tra i produttori di Prosecco. CalSecco è adesso in diretta competizione con il Prosecco, posizionandosi in una fascia di prezzo accessibile (13-18 dollari) e attirando consumatori sensibili al costo.

Un contesto competitivo

Questo sviluppo non è inaspettato. CalSecco si inserisce in un contesto in cui altri spumanti americani – come PasoSecco – hanno già tentato di sfruttare l’appeal dell’Italian sounding. Le aziende vitivinicole americane, dunque, vedono l'opportunità di capitalizzare sulle crescenti vendite di Prosecco, senza una significativa concorrenza sul territorio.

Strategia di mercato del Prosecco

Il Prosecco ha storicamente costruito la propria quota di mercato negli Stati Uniti tramite le esportazioni, senza investirvi direttamente. Le aziende italiane si sono affidate a distributori e rivenditori locali, completamente delegando la fase finale di vendita e la comunicazione con il consumatore. In contrasto, una strategia efficace avrebbe dovuto prevedere alleanze con produttori locali, acquisizioni o l'avvio di produzioni autonome negli Stati Uniti.

Lezioni strategiche per l'industria vitivinicola italiana

Lezioni da apprendere? C’è un'importante questione strategica per l’industria vitivinicola italiana: come sfruttare al meglio le proprie competenze nella produzione vinicola, considerati i limiti di terra e manodopera disponibili? Sognare di mantenere quote di mercato estere attraverso continui aumenti di prezzo, senza investire in ricerca, qualità, innovazione e internazionalizzazione, potrebbe rivelarsi una strategia fallimentare.

Conclusione

È ora che le aziende produttrici di vino si adattino al cambiamento e rinnovino il loro modello di business. La tradizionale dipendenza dalle esportazioni deve essere rivalutata alla luce delle nuove sfide globali. In questo contesto, i dazi americani rappresentano non solo una difficoltà, ma un'opportunità per ristrutturare la propria strategia di internazionalizzazione. D’altronde, come si suol dire, non tutti i mali vengono per nuocere!