Intrattenimento

Maxi sequestro per il broker truffatore: vip danneggiati, tra cui Giugiaro e Caterina Caselli

2024-11-06

Autore: Giovanni

Il broker Daniele Migani, noto per il suo controverso operato nel settore finanziario, è finito di nuovo nella bufera dopo un maxi sequestro di 18 milioni di euro, effettuato dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza in un'indagine della Procura di Milano. Migani, residente in Svizzera e fondatore del Gruppo Xy, è l'indagato di un'inchiesta che ha messo in luce un sistema di truffa ai danni di numerosi imprenditori, tra cui nomi illustri come la cantante e produttrice Caterina Caselli e il designer Giorgetto Giugiaro, che avrebbe subito un danno di 8,6 milioni di euro.

La vicenda era già emersa a marzo scorso, quando Migani fu citato in giudizio a Londra da Luca Cordero di Montezemolo, che richiedeva un risarcimento di 50 milioni di euro. La Procura, diretta dal procuratore Marcello Viola, ha contestato a Migani i reati di truffa, esercizio abusivo di attività finanziaria e omessa presentazione della dichiarazione dei redditi. Le indagini condotte dal pm Giovanni Polizzi hanno rivelato che Migani avrebbe creato "un sofisticato sistema societario" per offrire prodotti finanziari, come polizze assicurative e strumenti derivati, senza le necessarie autorizzazioni.

Tra le vittime figurano anche imprenditori di spicco, tra cui Luigi Filippo Orsi Mangelli Avera, erede di una storica famiglia dell'industria tessile, e Federica Minozzi, nota imprenditrice nel settore della ceramica e protagonista di una serie televisiva. Le stime parlano di un danno complessivo superiore ai 50 milioni di euro, subiti da coloro che sono stati ingannati tra il 2020 e il 2024.

L'indagine non comprende direttamente l'episodio di Montezemolo, ma impone interrogativi sull'affidabilità e la trasparenza delle operazioni finanziarie in Italia. Le pratiche ingannevoli di Migani includevano la falsa presentazione del proprio operato come legittimo e l'erronea classificazione dei clienti come investitori professionali, senza verificarne le competenze. Inoltre, è emerso che le società coinvolte non avevano alcuna autorizzazione per operare sul territorio italiano.

Il Gruppo Xy ha risposto alle accuse dichiarando la propria legalità e sottolineando di aver rispettato gli obblighi fiscali nei paesi di residenza. La tensione cresce mentre molte domande restano senza risposta: come è stato possibile eludere i controlli per così tanto tempo? Il caso di Migani potrebbe avere ripercussioni su come le autorità italiane affrontano il settore finanziario e su come tutelando i cittadini da simili frodi in futuro.