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L'UE risponde ai dazi di Trump: un colpo diretto all'economia americana

2025-04-02

Autore: Maria

La battaglia commerciale avviata dall'amministrazione Trump chiaramente non si limita alla logica economica, ma si intreccia con complesse questioni geopolitiche. Inizialmente, Trump ha preso di mira il Canada e il Messico, certo che la potenza economica e militare statunitense potesse prevalere sui propri alleati. Tuttavia, le reazioni di Ottawa e Città del Messico sono state immediate e proporzionate, volte a danneggiare l'economia americana a lungo termine. L'attesa per gli effetti avversi su Wall Street è già palpabile, e ora il vero gioco entra nel vivo.

Il 2 aprile, giorno che Trump ha battezzato come Liberation Day, gli Stati Uniti hanno imposto dazi fino al 25% su quasi tutte le importazioni dall'Europa, coinvolgendo settori strategici come l'automotive, la farmaceutica e i semiconduttori. Questa offensiva sul mercato europeo rappresenta un attacco diretto all'economia più grande del mondo, e ora l'Unione Europea risponde con una strategia chiara.

Sebbene l'Unione Europea sia militarmente dipendente da Washington, sul fronte commerciale non si tratta più di Davide contro Golia; i ruoli sono invertiti. Bruxelles, infatti, sta preparando le sue contromisure, pronte a colpire i punti vulnerabili dell'economia americana, come Silicon Valley e Wall Street. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha rassicurato il Parlamento europeo, affermando: "Abbiamo tutto ciò che ci serve per proteggere il nostro popolo e la nostra prosperità. ".

Le misure europee includeranno nuove tariffe su beni americani per un valore di 26 miliardi di euro, e l'adozione dell'Anti-Coercion Instrument, un'arma commerciale che consentirebbe sanzioni sistemiche su settori chiave degli Stati Uniti. L'obiettivo è colpire l'America nei suoi punti di debolezza, quali i servizi digitali e finanziari, dove l'Europa può infliggere danni significativi.

Non ci si limita a immettere dazi, ma anche a voler sorvegliare l'ambiente regolatorio, inasprendo le norme antitrust e accelerando leggi come il Digital Markets Act. Anche la riserva degli appalti pubblici solo a operatori europei è una proposta in discussione.

Tuttavia, al di là delle misure punitive, l'Unione Europea si muove verso una strategia di diversificazione commerciale. Se Trump gioca la carta del protezionismo, l'UE aumenta i suoi legami commerciali con altri paesi duramente colpiti dai dazi, come il Mercosur, il Messico e la Svizzera, e sta cercando di concludere un accordo commerciale con l'India entro la fine dell'anno.

Un focus particolare è rivolto alla necessità di rafforzare la sovranità digitale dell'Europa, sviluppando infrastrutture cloud indipendenti da fornitori americani come Amazon e Google. L'UE è in fase di implementazione di iniziative come Gaia-X per costruire un'alternativa europea nel campo tecnologico.

Nonostante le frodi, l'UE ha la determinazione di non intraprendere una guerra dei dazi prolungata. Quando Trump percepirà le conseguenze del suo approccio, Bruxelles sarà pronta a riaprire i negoziati dalla sua posizione di forza. Tuttavia, va notato che le tariffe americane non saranno senza effetti collaterali: secondo la Banca Centrale Europea, i dazi del 25% potrebbero svalutare il PIL dell'eurozona di 0,5 punti percentuali nel primo anno, aggravando l'inflazione e complicando ulteriormente la politica monetaria. La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha già detto che i rischi per la stabilità economica sono alti, e il dibattito su quale strategia adottare è più vivo che mai.

In questo contesto di crescente tensione commerciale, il futuro degli scambi transatlantici rimane incerto e cruciale per l'economia globale.