
Licenziato per vandalismo? La Cassazione dice 'no'!
2025-09-02
Autore: Giulia
Atto di vandalismo o sanzione eccessiva?
Può un gesto di vandalismo verso un collega costarti il posto di lavoro? Apparentemente sì, ma la Corte di Cassazione ha ribaltato questa idea. Con una sorprendente sentenza n. 22593/2025, i giudici hanno fatto tremare molti datori di lavoro, stabilendo che un dipendente che aveva danneggiato l'auto di un collega non poteva essere licenziato.
Il drammatico episodio nel parcheggio
La storia inizia in un parcheggio aziendale, dove un dipendente, in preda alla rabbia, sputa sull'auto di un collega e colpisce lo specchietto laterale, staccandolo. La reazione dell'azienda è immediata: viene attivato un procedimento disciplinare che sfocia nel licenziamento. Ma il lavoratore non ci sta e decide di appellarsi al giudice.
Il primo verdetto: non un licenziamento!
In primo grado, il tribunale dà ragione al dipendente. Sebbene il gesto sia lodevole, può essere sanzionato solo con una multa o una sospensione, secondo l'articolo 53 del Ccnl gomma-plastica. Ma la vicenda non si chiude qui.
Il cambio di rotta in appello
Il giudice di secondo grado cambia completamente la prospettiva. Sostiene che il colpo allo specchietto è una grave violazione delle regole aziendali, un atto incivile che compromette i rapporti di lavoro. Il licenziamento viene quindi dichiarato legittimo, richiamando l'articolo 54, il quale prevede l'espulsione per infrazioni gravi.
La Cassazione ribalta tutto!
Il colpo di scena arriva in Cassazione. I giudici hanno stabilito che, sebbene il gesto fosse deplorevole, non era direttamente connesso alle mansioni lavorative, in quanto avvenuto al di fuori dell'orario di lavoro. Hanno evidenziato che il contratto collettivo prevede comunque sanzioni più miti e che la gravità del comportamento non giustifica automaticamente un licenziamento. Di conseguenza, la decisione d’appello viene annullata.
Contesto e implicazioni della sentenza
Questa sentenza solleva interrogativi importanti: un atto vandalico in azienda non implica necessariamente la perdita del lavoro, ma sottolinea la fragilità della fiducia tra datore e dipendente che eventi simili possono generare. Inoltre, la vicenda evidenzia l'incertezza delle normative, con contratti poco chiari che rendono difficoltoso prevedere l'esito di situazioni di questo tipo.
In conclusione, cresce la pressione per un intervento legislativo coerente che possa chiarire e semplificare le regole sul licenziamento e sulla disciplina aziendale.