La Verità Nascosta Sulla Tragedia dei Tre Alpinisti: Istruttore Sotto Accusa!
2024-11-14
Autore: Alessandra
L'inchiesta sulla triste morte di tre aspiranti guide alpine travolte da una valanga il 13 aprile 2023, vicino al colle della Tsanteleina, sembrava destinata a chiudersi senza colpevoli dopo la richiesta di archiviazione da parte degli inquirenti. Ma una nuova svolta ha riacceso le speranze di giustizia: l'opposizione di una parte offesa e la scoperta di dati satellitari raccolti da telefoni e smartwatch.
Dopo un'attenta perizia, la procura di Aosta ha riaperto il caso e ha accusato l'unico sopravvissuto, Matteo Giglio, guida alpina di 50 anni, di omicidio colposo plurimo. Giglio era l'istruttore del gruppo, composto da Lorenzo Holzknecht, 38 anni, campione di scialpinismo, Sandro Dublanc, 43, maestro di sci, ed Elia Meta, 36, finanziere del Sagf.
Lo sviluppo delle indagini ha messo in luce due possibili profili di responsabilità: il primo riguarda il mancato uso di zaini con sistema airbag da valanga, che potrebbero aumentare le probabilità di sopravvivenza; anche se non obbligatori nello scialpinismo. Il secondo si riferisce alla modalità di discesa nel canalone, che gli inquirenti ritengono poco prudente.
Giglio ha dichiarato che la valanga si è staccata proprio mentre Dublanc stava attraversando una zona a rischio. Tuttavia, sembra che Giglio e gli altri due alunni avessero evitato di passare proprio in quel punto critico, sollevando dubbi sulla sua ricostruzione.
A complicare ulteriormente la situazione, il ritrovamento dei corpi solo il giorno successivo a causa delle avverse condizioni meteo ha anche impedito una valutazione precisa della situazione nivologica al momento dell'incidente. Tuttavia, l'analisi dei dati satellitari raccolti dai dispositivi accesi dopo la restituzione alle famiglie ha aperto nuove prospettive investigative e ha spinto gli inquirenti a riconsiderare la richiesta di archiviazione.
Non solo: le tracce rivelano che la tragedia è avvenuta pochi metri oltre il confine francese, portando alla luce questioni legate alla responsabilità nelle operazioni di soccorso transfrontaliere. Questo tragico evento non è solo un'accusa contro un istruttore, ma solleva interrogativi più ampi sulla sicurezza nel mondo dello scialpinismo e sulla necessità di normative più severe.
Rimanete sintonizzati per ulteriori aggiornamenti su questa ingarbugliata vicenda che potrebbe rivelare non solo la verità sulla tragedia, ma anche cambiare il modo in cui ci si approccia alla sicurezza alpinistica.