Mondo

La Striscia di Gaza un anno dopo la guerra: immagini devastanti da Hamad City

2024-11-09

Autore: Marco

A poco più di un anno dall'inizio del conflitto, Hamad City, un quartiere di Khan Younis, si presenta come un campo di battaglia desolato. Camminando tra i resti di quella che era una comunità vivace, riconosco a malapena i luoghi familiari. Questa area, edificata nel 2016 grazie ai fondi dell'Emiro del Qatar, era destinata a offrire un rifugio ai figli dei martiri e agli orfani palestinesi, un posto dove crescere in sicurezza.

Ricordo con nostalgia i negozi di dolciumi e le strade affollate di bambini che giocavano nei parchi, un tempo pieni di vita e gioia. Ora, quel mondo è svanito: le macerie sono tutto ciò che resta. Mentre percorro le vie distrutte, vedo persone che dormono in tende provvisorie accanto ai resti delle loro case, famiglie che tentano di ricostruire, un pannello alla volta. La speranza di avere un tetto sopra la testa, anche solo per una notte, li spinge a rimanere in un luogo ormai irriconoscibile.

I giardini, una volta adorni di fiori e alberi, sono stati ridotti a terreno devastato, invaso da file di tende e venditori ambulanti di cibo in scatola, mentre i prezzi delle verdure sono alle stelle. Qui, tra le macerie, i bambini cercano materiali da bruciare per riscaldarsi, mentre gli adulti mendicano e lottano per sopravvivere in un contesto di miseria crescente. Lo sguardo vuoto nei loro occhi racconta storie di perdita e incertezza sul futuro.

Mi chiedo cosa stia realmente cambiando nella percezione del mondo su questa tragedia. Ogni foto che scatto pesa sulle mie spalle, come se fossi testimone di un crimine contro l'umanità. Ogni edificio distrutto rappresenta una vita spezzata, ogni maceria è un ricordo di ciò che è stato e di ciò che potrebbe non tornare mai più.

Nella mia mente, vedo la mia casa ad Al Mughraqa, anch'essa a rischio di rimanere solo un ricordo. Ciò che provo è una mistura di tristezza e impotenza. In questo mare di distruzione, quante famiglie sono state annientate? Quanti bambini piangono per la perdita dei genitori? La risposta è insondabile, ma le loro voci risuonano nel silenzio, chiedendo giustizia e pace.

Con l'auspicio che queste immagini raggiungano chi può fare la differenza, desidero che il mondo non si indifferenti di fronte a questa catastrofe. La vita a Gaza è un continuo lottare per la sopravvivenza, e mentre le macerie parlano una lingua di dolore, io spero che la storia di Hamad City possa diventare un simbolo di rinascita e resistenza.