La siccità sta prosciugando il lago artificiale più grande del mondo: la crisi energetica colpisce Zambia e Zimbabwe
2024-11-14
Autore: Sofia
Il prolungato periodo di siccità che ha colpito l’Africa meridionale negli ultimi mesi ha fatto scendere drammaticamente il livello dell'acqua del bacino di Kariba, considerato il più grande lago artificiale al mondo per volume. Questa situazione sta generando una crisi energetica senza precedenti in Zambia e Zimbabwe, causando ripercussioni significative sulle economie nazionali e sulla vita quotidiana di milioni di persone.
L’Autorità del fiume Zambesi ha rilevato un calo costante del livello dell’acqua rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, al punto che attualmente delle sei turbine idrauliche della centrale elettrica situata sul lato nord del lago, solo una è in funzione. In condizioni normali, la diga di Kariba fornisce circa il 38% della capacità elettrica dello Zimbabwe e un terzo di quella dello Zambia, ma con l’attuale crisi si ha già assistito a interruzioni di corrente che durano anche 21 ore consecutive.
Diversi settori economici stanno risentendo di questa carenza energetica. Le piccole e medie imprese, in particolare, si trovano in difficoltà a causa delle interruzioni di elettricità che compromettono la produzione. Molte famiglie, a causa della mancanza di accumulo energetico, si vedono costrette a ricorrere a generatori diesel, le cui emissioni inquinanti rappresentano un ulteriore problema ambientale, oltre a non essere accessibili a tutti. Gran parte della popolazione ha un accesso limitato all’elettricità, con significative differenze tra le aree urbane e quelle rurali.
La situazione sta influenzando anche le attività legate allo sfruttamento delle risorse del bacino di Kariba. La pesca, che tradizionalmente ha fornito sostentamento alle comunità locali, è ora compromessa dalla diminuzione del livello dell'acqua. Anche il turismo, un'altra economia emergente della regione, sta soffrendo, con meno visitatori attratti dalla bellezza naturale del lago ridotto a un affioramento di rocce a secco.
La diga di Kariba, a circa 130 chilometri da Lusaka e 280 da Harare, è stata inaugurata tra il 1955 e il 1959 durante il periodo coloniale britannico. Considerata all'epoca un'opera pionieristica, la diga doveva garantire un approvvigionamento energetico sostenibile. Tuttavia, oggi, le condizioni climatiche estreme, incluso il prolungato periodo di siccità, dimostrano che questo modello di produzione energetica è diventato insostenibile.
Carlos Lopes, professore universitario dell’Università di Città del Capo, ha dichiarato a una nota agenzia di stampa: 'L’eccessivo affidamento all'energia idroelettrica non è più praticabile.' In risposta a queste sfide, sia Zambia che Zimbabwe stanno cercando di diversificare le loro fonti energetiche, approvando la costruzione di nuove centrali a carbone, sebbene ciò ponga interrogativi sul futuro dell'agenda ambientale di entrambi i paesi.
Mentre la crisi si evolve, molti esperti avvertono che la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente, suggerendo che i governi devono intraprendere azioni immediate e concrete per garantire un futuro sostenibile per le loro popolazioni. Cosa succederà dunque al lago di Kariba e alla vita delle persone che ruotano attorno a questo prezioso ecosistema?