
La Geografia: Una Scienza in Via di Estinzione e le Sue Conseguenze
2025-03-13
Autore: Marco
Mauro Varotti, docente all'Università di Padova, afferma che la geografia è sempre più una scienza in pericolo di estinzione nelle scuole italiane. In un'intervista, Varotti spiega: «La geografia è scomparsa dalla scuola italiana. Gli interessi politici ed economici preferiscono formare cittadini-consumatori inconsapevoli, rendendoli più manovrabili. La nostra casa, così, diventa ogni giorno più stretta: percepiamo il migrante come un pericolo, invece di vederlo come un'opportunità, pagando un alto prezzo all'equivoco della lontananza».
Il mappamondo, un semplice soprammobile
Questo stato di cose ha portato il mappamondo ad essere considerato, più che un utile strumento di apprendimento, un mero soprammobile. Nonostante le celebri parole di Lucio Battisti sull'importanza dell'atlante, la geografia oggi è relegata a un ruolo marginale. "Mai come nell’era della globalizzazione abbiamo scelto di cancellare la globalità", afferma Varotti, mettendo in evidenza che in Italia, a differenza di altri paesi come gli Stati Uniti, la geografia non è più una materia con un proprio insegnante e un voto. Il governo attuale ha l'intenzione di limitare l'insegnamento delle nozioni geografiche al solo ambito locale, privando così gli studenti della possibilità di comprendere la loro forma di appartenenza al mondo.
Geografia e conflitti
Secondo Varotti, la storia della geografia è intrinsecamente legata all'uso militare: gli istituti cartografici hanno spesso servito gli interessi dei militari e delle potenze. Con la pace europea, ora compromessa, e i recenti rischi legati alla globalizzazione economica, è mancata una guida mondiale capace di adattare la conoscenza geografica alle nuove sfide. «Semplificare ha portato alla scomparsa di strumenti fondamentali per la comprensione del nostro mondo», avverte il docente. Ciò implica anche un'incapacità di discernere tra ciò che è vicino e ciò che è lontano, con conseguenze dirette sul nostro benessere e sulla nostra felicità.
Conseguenze quotidiane
Le difficoltà quotidiane derivanti da questa mancanza di conoscenza geografica sono innumerevoli e sfuggenti. Un paio di esempi possono illustrare la situazione: molti credono che al sud del mondo in estate faccia freddo e al nord ci sia sempre il sole, o che in Asia un ombrello sia sufficiente per ripararsi dalla pioggia estiva. Anche la qualità dei prodotti è influenzata da questa ignoranza; per esempio, non capire perché i limoni di Sorrento siano così buoni senza conoscere i Monti Lattari e la loro acqua pura potrebbe portare a decisioni d'acquisto sbagliate.
Impatto ambientale
La mancanza di consapevolezza geografica sta anche distruggendo la nostra relazione con la natura. Varotti evidenzia che, se non comprendiamo la geografia della vita, non possiamo renderci conto che ogni organismo è interconnesso con l'equilibrio dell'ecosistema. Senza questo legame, non possiamo sviluppare un vero rispetto per l'ambiente.
Le dittature e la perdita di democrazia
Infine, secondo Varotti, l'abbandono della geografia ha anche ripercussioni politiche. La sua mancanza spiana la strada al rafforzamento delle dittature: «Se si interrompe la connessione tra spazio e tempo, anche la democrazia perde il suo significato. Il potere si ritrova libero da qualsiasi condizionamento. In Europa, le forze politiche hanno alimentato il razzismo; una conoscenza geografica completa potrebbe funzionare come un antidoto».
In un'epoca in cui la globalizzazione sta cambiando rapidamente il nostro mondo, è fondamentale reintrodurre la geografia come materia chiave nei curricula educativi, affinchè le future generazioni possano navigare consapevolmente le complessità del nostro pianeta.