La chiusura del Fondaco dei Tedeschi a Venezia: 226 lavoratori a rischio e una crisi del lusso in atto
2024-11-15
Autore: Luca
La chiusura del Fondaco dei Tedeschi, storica sede di vendita di beni di lusso in pieno centro a Venezia, segna un momento critico non solo per i 226 dipendenti che perderanno il lavoro, ma anche per la città stessa, che rischia di perdere un importante polo commerciale e turistico. La decisione, annunciata il 14 novembre, è arrivata da Dfs Italia, controllata del gruppo Lvmh, che ha spiegato che la chiusura è dovuta a continue perdite finanziarie: ben 100 milioni di euro negli ultimi cinque anni.
Incredibilmente, nonostante la crisi, ci si aspettava una primavera ricca di eventi e collaborazioni, tra cui una campagna congiunta con La Samaritaine di Parigi. Tuttavia, i dati parlano chiaro: dal 2020 in poi, il flusso di turisti è cambiato drasticamente, contribuendo a un'era di profonda recessione per il settore del lusso a Venezia.
La causa principale del crollo degli utili sembra risiedere nella significativa diminuzione dei visitatori provenienti dall'Asia, una clientela che costituisce il cuore del mercato del lusso. Mentre Lvmh ha registrato un utile netto record di 15 miliardi di euro nel 2023, Dfs ha lottato per rimanere a galla, evidenziando un contrasto allarmante nella vitalità economica tra grandi gruppi e realtà locali.
Con la scadenza del contratto di locazione del Fondaco prevista per il 2025, l'azienda ha deciso di interrompere le operazioni, senza cercare prima un dialogo costruttivo con le rappresentanze sindacali. Questa mancanza di comunicazione ha creato un clima di confusione tra i lavoratori e le autorità locali.
La chiusura del Fondaco non è solo un numero: si tratta di famiglie che perderanno il loro reddito, di un'ulteriore crisi occupazionale in un'era già segnata da incertezze. Con la perdita di un simbolo del commercio e del turismo, Venezia deve ora affrontare la sfida di reinventarsi e attrarre nuovi flussi di visitatori. Cosa succederà ora alla città lagunare? La risposta resta incerta, ma i segnali di crisi sono chiari e preoccupanti.