La cannabis: alleata contro l'invecchiamento del cervello?
2024-12-27
Autore: Chiara
Sorprendentemente, fumare cannabis potrebbe non solo essere innocuo per il cervello, ma addirittura proteggere dalle sue conseguenze negative dell'invecchiamento. Questa è la scoperta di uno studio recente pubblicato sulla rivista Brain and Behaviour, che ha esaminato un campione di oltre 5.000 uomini danesi per decenni, confrontando i cambiamenti nei risultati di un test d'intelligenza con l'uso della cannabis.
La ricerca danese
La ricerca, condotta dai ricercatori dell'Università di Copenaghen, ha sfruttato i dati provenienti dai test obbligatori che tutti gli uomini danesi devono sostenere tra i 18 e i 26 anni, durante il servizio di leva. I ricercatori hanno potuto riunire oltre 5.000 uomini che avevano partecipato a questi test trent'anni prima, chiedendo loro di ripetere la valutazione quando avevano in media 64 anni.
Uso di cannabis nei partecipanti
Dopo aver completato il test, è stato chiesto ai partecipanti se avessero mai fatto uso di cannabis. Circa il 40% ha risposto affermativamente, mentre il 10% ha dichiarato di averla utilizzata frequentemente per meno di dieci anni, e il 12% per oltre un decennio. È interessante notare che il 92% dei fumatori di cannabis ha affermato di aver smesso da almeno un anno al momento dello studio.
Risultati dello studio
Confrontando i risultati dei test d'intelligenza giovanili e quelli effettuati in età avanzata, i ricercatori hanno potuto analizzare come il consumo di cannabis abbia influenzato il declino cognitivo che normalmente accompagna l'invecchiamento. I risultati sono sorprendenti: i fumatori di cannabis hanno mostrato un calo dei punteggi del test di intelligenza di soli 1,3 punti in meno rispetto a chi non ne ha mai fatto uso.
Implicazioni e ricerche passate
Sebbene queste differenze siano piccole, gli autori dello studio suggeriscono che possano indicare che la cannabis non danneggia le capacità cognitive, anche con un uso prolungato. Ricerche passate hanno mostrato risultati simili, dimostrando che il THC, il principale composto attivo della cannabis, potrebbe proteggere le funzioni cerebrali nei topi anziani e ridurre il rischio di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer.
Limiti dello studio
Tuttavia, è importante notare che esistono anche studi che suggeriscono effetti negativi. Presumibilmente, non è possibile trarre conclusioni definitive, poiché nello studio danese non è stato possibile verificare se i partecipanti utilizzassero cannabis al momento del primo test. Potrebbe dunque essere che i risultati migliori dei fumatori di cannabis siano legati al fatto che non l'utilizzassero durante il periodo di valutazione.
Conclusioni e speranze future
In ogni caso, i risultati attuali suggeriscono che eventuali effetti negativi della cannabis sulle funzioni cognitive potrebbero essere completamente reversibili, anche dopo anni di utilizzo regolare. Come affermano gli autori dello studio: "Diverse ricerche indicano che gli effetti negativi della cannabis sulle funzioni cognitive possono svanire dopo un periodo prolungato di astinenza. Gli effetti negativi non sono più evidenti dopo tre mesi di astinenza sostenuta, persino nei consumatori abituali, suggerendo che, nella maggior parte dei casi, l'uso di cannabis non provoca danni irreversibili". Questo potrebbe dare speranza a chi ha preoccupazioni riguardo ai possibili effetti della cannabis sul cervello.