Domenica mattina, poco dopo le 6 ora locale, un attacco aereo israeliano ha completamente distrutto un edificio residenziale nel campo profughi di Jabalia, situato nel nord della Striscia di Gaza. Le prime stime delle vittime riportate dall'agenzia di stampa palestinese WAFA indicano che 32 persone hanno perso la vita, ma fonti locali parlano di numeri ben superiori.

Le immagini provenienti dalla zona mostrano l'entità della distruzione e la devastazione lasciata dall'attacco. Secondo il giornalista Hani Mahmoud di Al Jazeera, tutte le persone all'interno dell'edificio sono state uccise, mentre Reuters riporta che la testimonianza di residenti locali parla di almeno una trentina di individui presenti nel palazzo al momento del bombardamento.

Le forze armate israeliane hanno difeso l'azione militare affermando che colpivano una presunta presenza di "terroristi" nell'area. Tuttavia, un testimone oculare, che ha vissuto la tragedia in prima persona e che era vicino a diverse vittime, ha dichiarato a Reuters che si trattava di "civili innocenti" senza legami con nessuna organizzazione militare.

Inoltre, i servizi di emergenza della Striscia di Gaza hanno riferito di non essere riusciti ad accedere alla zona colpita a causa di un'intensa operazione militare israeliana che ha colpito Jabalia e le città circostanti per circa un mese. Gli scontri e le violenze nella regione hanno già causato migliaia di morti e danni immensi, lasciando la popolazione civile in una situazione di emergenza umanitaria senza precedenti.

Questo attacco rappresenta solo l'ultimo capitolo di un conflitto che dura da decenni, sottolineando la necessità urgente di una soluzione diplomatica per porre fine a sofferenze inenarrabili e a un clima di paura e destabilizzazione.